La casa sacra

E' il Ventunesimo Secolo e le macchine hanno più Ragione delle cose divine. Il mondo è piatto e grigio uguale, è orizzontale o collassa in un punto; tutto ma mai si allunga in verticale.

L'appartamento è un cubetto ricavato da un parallelepipedo. Parallelepipedi standard, copiati e incollati in aree tra loro contigue. E tu ci puoi sfilare affianco senza neanche guardarli: meglio anzi non guardarli - ultimamente.

Le regioni italiane le riconosci dallo stile diverso in cui i cubetti si presentano all'esterno. Ma sai che l'interno dei cubetti di tutta Italia è perfettamente identico: due - al massimo tre - stanze da letto, uno - massimo due - bagni, cucina e a volte salotto; strategia applicata a tutti gli appartamenti, da centinaia di anni, tutti uguali.

E allora perché solo alcuni di essi mi perturbano in maniera strana? Perché solo alcuni cubetti grigi si distaccano da tutti gli altri, differenziandosi, eppure rimanendo perfettamente uguali agli altri, e sempre all'interno di parallelepipedi che di quegli appartamenti ne conterranno a centinaia?

La differenza che mi perturba.

Case di eroi. Case di morti. Case di santi.
Case di vittime dell'ingiustizia e case di amanti eponimi.
Case di autori e di poeti. Di Torquato Tasso per Leopardi.
L'autostrada di Kerouac e Tondelli, il castello di Atlante.
Casa delle Vestali. Casa dei Mani. Del nostro passato.
Tu non lo vedi, e però te ne accorgi del sacro mistero che questi cubi, ormai in cemento, emanano spontaneamente.
Ed altrettanto spontaneamente tu ci tieni a dimostrar rispetto verso uno spazio compreso entro il perimetro delle mura, temendo che questo ti possa giudicare non degno di esservi dentro.

Lume nel buio

Il lume nel bosco da sé si alimenta lì al buio tra i rami dove tremanti dal dubbio i miei passi incerto dirigo mosso da venti tra immobili f...