Un giorno, stavo vedendo un uomo con una valigetta spostarsi dalla Germania a Bari per prendere il treno, e davanti a me il suo braccio iniziò a roteare e oscillare in maniera anomala. Poco dopo quel braccio divenne un pezzo di ceramica curvo, che dalle spalle arrivava fino ai fianchi.
L'uomo se ne accorse ma sembrava aver fretta e continuò a camminare.
Fino a pochi metri più avanti, quando l'altro braccio, quello con la valigetta, anche divenne di ceramica, in posizione un po' rialzata.
Anche questa volta l'uomo se ne accorse ma continuò a camminare ancora più velocemente.
Svoltò l'angolo e lo persi di vista, ma quando poi mi riaffacciai, vidi una grande teiera blu rotolare in direzione di Bari.

Questione di convenienza

Un bel giorno un uomo che metteva tutto se stesso nell'attività dell'andare a spasso in un sentiero, si sedette su una pietra.
Iniziò a mettere a fuoco la sua condizione: "Non sono più un uomo che un bel giorno andando a spasso in un sentiero si sedette su una pietra: sedendomi sono diventato qualcos'altro; un uomo che non andava a spasso in un sentiero, ma che stava fermo, seduto su una pietra". Non sentendosi più lui si spaventò e decise che doveva subito fare qualcosa.
Si alzò e ricominciò a camminare. "E adesso" ricominciò a pensare "sono tornato me stesso?" mentre guardandosi i piedi assumeva il passo di uno che fa finta di non essersi mai seduto su una pietra nella vita, e di aver sempre camminato un bel giorno a spasso in un sentiero. "Ma andando così a spasso, poi non sono più quello che come una volta si sedeva su una pietra, ma forse non è questo il punto, è l'altro"; la questione esistenziale più profonda nasceva dal fatto che non poteva essere più quello dell'inizio perché non era più giorno "Ma quanto sono rimasto sulla pietra a pensare? È condizione primaria ed essenziale al mio caso che sia giorno". Andò a sedersi sulla pietra di un sentiero affianco, per far finta di essere un'altra persona, ma si vedeva troppo che si sforzava, recitava e mentiva perché non era proprio per niente quello il suo ruolo.
Terrorizzato, si alzò e stabilì che era giusto, per rimediare a questi cambi improvvisi di scena, tornare lì sul suo sentiero e mettersi a dormire aspettando il giorno seguente. Il quale però non fu certo un bel giorno (altro presupposto della situazione da ricreare), e l'uomo lo trascorse nel sentiero seduto sulla pietra, sotto un forte temporale.
Poi il temporale finì, ma non era più nel sentiero, era andato a casa a dormire; ma questo non fece che amplificare il suo senso di colpa per aver distrutto tutto ciò che nella sua breve esistenza aveva costruito.
Disperato e in preda alla colpa di essersi seduto quel bel giorno funesto (gesto anch'esso necessario a far di quell'uomo ciò che per lui e per noi tutti quell'uomo è) l'uomo cambiò identità e piano piano cominciò a sentirsi un uomo nuovo; che, però, non poteva più passeggiare in un sentiero in un bel giorno per evitare paradossi e malintesi.
E anzi, capì che era più giusto fare le cose in maniera ufficiale, come decidono i filosofi: ossia lui adesso non poteva più esserci, neanche esser stato mai. Non conviene parlarne più, meglio dimenticarsi tutto.
Il giallo al mattino è calore che avvampa
fra tegole alte su cime di monti
oggi rimane il presente come
mobile punto a caduta perenne
continua mancanza che stimola azione
otturazioni di crepe sul fondo,
stupri continui alla Natura Madre
e il farsi un disfarsi i tempi combusti.
Dentro ai raggi del sole che brucia
Vedo il suo sacro in forma di luce!
E tu che voli in un aeroplano
vedi scoprirsi i bei fianchi di donna
nuda che s'alza il lenzuolo da dosso,
svegliarsi le onde del mare, ruotare
le sfere e le cose immerse dentro
lì obbedire a correnti del mare
ti era impedito vederla spogliare
vedere il passo nel buio che compi
il mistero che ogni giorno ritorna
o il mistero che ogni giorno rimuore.
Volevi infrangere il muro di luce?
Non è la notte ch'avvolge la terra
ma il tutto chiaro che sveglia le fate
o giusto la linea d'incontro tra i due
su cui la luce nel mondo scompare
sospende la lotta fra bene e male,
conviene sempre dormendo vegliare
come civetta un sacro niente.
Ma una conchiglia che vuoi che ne sappia?
lei non ha occhi e viene cullata
ecco, aderisco alla sua religione
le membra rilasso contrite e dissolvo
nel vuoto elettrico a fine gennaio.

Ognun Dio

Solinghe e senza occhi
Tra infiniti anni
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Diventeremo stelle
e dunque
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Universi;
sempre accade.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.