Crash! II: Collective Crash

Di ingiustizie ci si muore sai ragazzo
o di violenti colpi come schianti
che ti spostano i connotati. E pensare
ti dicevano che dovevi fare il buono
poi sui corpi d'eroi ci sputa anche l'anziano
coi problemi psicologici e frequenti...
vuoti di memoria. Si dicon bugie
anche nei libri si tace il pudore
se l'autore ha la maniera. Solo
tu vivi a ore rincorso dai cani
d'inferno che sbavano e
cercano il cuore. I napoletani
in via Indipendenza rubano i sogni
da tasche di onesti convinti di essere
fra loro simili ed è in mezzo alle bestie.
Il vecchio che parla solo di una cosa
qui in Bolognina le lapidi ai morti
senza memoria dice che era sicuro
nel ventennio più d'oggi - che i suoi
fratelli per questo son morti. Notizie
al giornale: fanciullo si schianta
è neutro il bene è neutro il male.
Poi vieni tu che sei un ragazzo
colui che decide, un che dà i voti
di ingiustizie, sai ragazzo...

[Poi ricordo quella sera che ero in strada
e che pioveva io aspettavo il bus
e leggevo fra gli orari ma poi che
mi voltai, un uccello in carreggiata
non riusciva a rigirarsi per scappare
dalle macchine, io osservavo pa para
paralizzato
                   potevo anche salvarlo
                   ma non ci riuscii
                   poi i piccioni sono sporchi
                   ma non può esalar travolto
un ragazzo forse indiano corse pure
nella pioggia poi lo prese con la mano
dall'ala voltata e lo riportò al sicuro]

Vedi anche: "Crash!"
Ricordo da piccolo, avevo la febbre alta sopra i 40, andai di notte a svegliare i miei perché prima, quella notte, sentii che stava per cadere un meteorite nel nostro mare e che il mare ci avrebbe invaso la nostra terra, e che tutto il paese era già in macchina per scappare più a nord. Non so da dove lo sentii, ma ormai ero sicuro e terrorizzato, e anche un po' rassegnato alla nostra imminente fine, ma volli comunque svegliare i miei e lo feci al buio di notte forse spaventandoli un po', gli dissi dobbiamo scappare andiamo stanno scappando già tutti in macchina, e meno male che li svegliai perché poi furono loro a rassicurarmi, dicendomi con voce sorpresa e incuriosita per via del mio annuncio che non stava succedendo niente di tutto questo, che forse avevo avuto un brutto sogno e che potevo tornarmene tranquillo a letto.

Brulica

voglio informar di luce sì vivace,   
che ti tremolerà nel suo aspetto.  

Dentro dal ciel de la divina pace 
si gira un corpo ne la cui virtute 
l’esser di tutto suo contento giace.  

Dante, Commedia, Par., II  

ecco la matassa che è dentro le mani
e la possiedi e la manovri tu le torci
la sua pelle ora è concava or convessa
tu la baci la sua pelle per sentire lei com'è
hai la forza necessaria per piegare anche i sassi
non temere di fallire i tuoi avi sono lì
con le tecniche, tradizione e i bisogni che hai tu
non cadere dentro al fosso se lo vedi dalla coda
puoi saltarlo con un salto puoi volare anche in giù
che lo vedi tu lì in cima come è che è stare sotto
tu eri sotto e sei salito per andare anche più su
non ti stanchi di soffrire le tormenta del tuo corpo
non ti secca l'esser solo una foglia mentre cade
tu hai saputo cosa uccide perché ami come un figlio
tu non pensi che noi altri siamo fetide locuste
- che noi tutti poi lo siamo ma ci abbracci
coi sorrisi come fossi come noi
- ma tu hai l'anima di stella che brucia soffocando
l'urlo del fuoco ma che brilla di giallo
e non farlo sentire e esaurisci quella forza
che brulica dentro hai l'anima bella perché odi il nulla
scolpisci la pietra
tu suoni le corde
scrivi poesie
ama me che io sono perso
son polvere scossa che sbatte col vento
vieni e parlami del cielo (io son cieco e non lo vedo)
io ti invoco te straniero tu puoi essere la salvezza
e dicci che tutto è semplice come i tempi dei nonni
i pastori tra i campi di notte e la luna che ride
perché tutto è vuoto - ci dici
sussurrandomi o mimandomi o forse io vado a capire
- tutto è vuoto come il vento che percorre il mio sassofono
che mi spinge su montagne e fa piangere dal cuore

Leggi anche: "Canonica cofonica"

Lezione d'arte

Uno dei massimi insegnamenti dati all'uomo dall'arte contemporanea, è la riflessione basata sul rapporto tra uomo e oggetto o ambiente, naturalmente. Un rapporto inevitabile per qualsiasi individuo e per qualsiasi opera d'arte, essendo tutti - individui e cose - per una strana legge, legati allo spazio tramite una forma, un corpo, che è qualcosa che si estende nello spazio e che possiamo misurare, dunque considerare tramite i sensi e la percezione e il confronto con gli altri corpi di dimensioni diverse.
I corpi sono cose solide che occupano spazio e con cui veniamo a contatto. Immaginate un vaso vuoto: una cosa è vederlo, un'altra pensarlo insieme alla parola che lo designa: "vaso". Infatti, vedendolo ne cogliamo insieme forma, colore e significato. Che significa "significato"? Che siamo partecipi di un evento estetico, cioè di un momento in cui all'immagine sensoriale ricolleghiamo e scartiamo i ricordi provenienti dalle altre esperienze, immagazzinate nella memoria, stabiliamo con quale tipo di risposta reagiamo al fenomeno che percepiamo perché ad esso diamo un giudizio che lo sintetizza molto approssimativamente. L'informazione essenziale che ne cogliamo, per la quale l'intero processo estetico è stato messo in atto (e dunque la sua causa), è il segno positivo o negativo, se dobbiamo dar retta al darwinismo, alla psicanalisi, alla scienza cognitiva, alla cronaca e all'esperienza individuale del presente, messe tutte insieme.
Ci serve cogliere dal fascio di caos in cui siamo immersi la distinzione tra il bene e il male. Se ci arreca piacere direttamente o indirettamente (ad es. se sappiamo che può fungere da strumento per ottenere uno scopo di piacere) è positivo; se può portare dolore (in qualsiasi sua forma) allora è male.
Ma esistono altre sottocategorie intermedie fra il bene e il male, in cui il confine tra i due sfuma nella categoria del neutro (bene+male): una di queste è la coscienza oppure l'incoscienza che un certo tipo di gesto o di oggetto può portare dolore ad altri individui. A questa coscienza dunque ci si arriva avendo esperienze di apertura verso l'altro, di ascolto ed empatia, di simulazione della mente altrui. E ancora, esiste la categoria nella quale gli oggetti o le cose non hanno né segno negativo né positivo e sono dunque di segno neutro (bene - male), e di essi vogliamo conoscerne la connotazione (pos/neg), oppure, più intuitivamente, non ce ne "accorgiamo" nel senso che non rivolgiamo loro attenzione, che è invece impegnata o focalizzata su altri particolari della "scena".
La distinzione fondamentale che causa l'innesco del processo estetico, depurata dalla metafisica e dalla spiritualità che connotano i termini bene e male, sembra rimanere quella tra i termini bene e neutro, anziché male. Ossia ci è più chiaro che il bene non è esattamente il contrario di male, essendo invece anche uno "stato" diverso da quello neutro. Il Bene è tutto ciò che ci può recare piacere; tutto il resto è neutro; ossia è possibile ma non ci reca nessun effetto.
Il principio sembra esser stato compreso dai pubblicitari, ossia da quel tipo di retori che devono vendere categorie di prodotti di solito già in commercio (es: un nuovo detersivo). Potrebbero venderli se e quando persuadono i destinatari delle loro pubblicità che si tratta di un prodotto che fa bene o piacere, a differenza degli altri prodotti, che, nonostante non facciano poi tanto male (perché sono della stessa categoria del prodotto che loro pubblicizzano) non sono buoni come il loro. Il bello è che questo tipo di messaggio pubblicitario può anche corrispondere a verità. Ma l'acquirente questo non lo sa, e lo deve provare facendone esperienza per categorizzarlo e darne un giudizio, che oscilla tra il buono, il neutro e l'evitabile o indecente.
Da questo esempio ricaviamo che il nostro concetto di Bene sembra riferirsi a una connotazione che si distingue rispetto alla categoria del Neutro (bene+male) o (bene - male).

La Retorica è l'arte di connotare positivamente o negativamente ciò che è neutro e a cui non facciamo caso. Ecco perché la Cultura umana evolve, ed evolvono i concetti, le parole, le abilità. Ecco il potere della Letteratura e dei poeti, di quelli che raccontano la Storia: contribuire a cambiare l'immaginario condiviso, e con esso la lettura della Realtà neutra, che un po' spaventa e disorienta. Gli scrittori connotano una certa età o una certa situazione, o un modo di dire o una parola. Come un nome! Comune o proprio, astratto o concreto che sia: gli scrittori significano.
Riprendete dunque il vaso e guardatelo. Ha una estensione in una forma, è fatto di certi materiali che danno colore. Basta, il vaso è finito, ora distogliete lo sguardo, o rompete il vaso, o non abbiatelo mai visto neanche ma solo immaginato e disegnate e colorate il vaso.
Adesso rifate lo stesso disegno a memoria, senza guardare il disegno fatto prima. Il disegno è già diverso dal primo, che era già diverso dal vero quadro. Platone anche ha fatto un ragionamento simile ma da premesse diverse. Quello che avete fatto è stato creare un'altra forma in altri materiali. Avete disegnato due forme diverse, ma simili e che ricordano il vaso vero, ma non uguali, tutti e due diversi. E un disegno cos'è se non riproduzione o approssimazione di forme e materiali nello spazio?
Questo è importante, essendo la percezione la fonte della nostra identità e il metro di giudizio del Reale.
Noi carichiamo i dati ricevuti (completamente neutri) di connotazioni fittizie perché ciò che ci spinge ad approcciarci al Reale attraverso esperienze estetiche è il desiderio di ricavare del piacere e momentanea soddisfazione. E dunque giudichiamo o riflettiamo prima di reagire all'evento perché sappiamo cosa e come può darci piacere. E dunque distinguiamo il Bene, cioè connotiamo il neutro dei corpi e delle forme idealizzate, di un significato o caratteristica che di per sé quel corpo non ha, ma ce ne convinciamo, perché in fin dei conti non è questo altro che il giudizio venuto fuori alla fine del processo estetico, che ha successo o compimento nel giudizio di piacere su qualcosa.

Ci è dato, sembra, scegliere un modo di giudicare "trasversale" e consapevole dell'infondatezza del Male, con cui cioè allarghiamo il nostro orizzonte d'attesa del piacere alla categoria del neutro, dell'inatteso. Il piacere astratto del puro fenomeno. Il sogno di aprirsi al mondo e all'esistenza o di "spegnere il pensiero" che giudica con prepotenza per contemplare il Reale e la vita, perché contenti del neutro necessario. Trovarne dunque significati sempre nuovi, che lo riempiono ad ogni occasione di fascino, innescando un ciclo in cui ci compiaciamo di provare fascino verso il neutro. E' una Letteratura consapevole della sua origine e funzione sociale esorcizzante, magica, mistica e misteriosa. E' arte, è un darsi di occasione di esperienza estetica che trascenda il presente fenomenico, che ci richiama verso atmosfere piacevoli, buone, sincere, che innesca il ciclo auto-compiacentesi dell'esperienza estetica, e che allarghi questa al comune, al dato per scontato in quanto non degno di attenzione, e perciò perso, dimenticato perché si è attratti da altro (e si perde un intero mondo). Avviene un continuo atrofizzarsi di mutamenti, e l'abitudine, che ci è necessaria nel comportamento e nella reazione, ci viene allora contro, e la distruggiamo saltuariamente per renderci conto se conviene di più ciò che scartiamo. Poesia.

INCREDIBILE SCOPERTA! Osservata per la prima volta la collisione di Poesia e buchi neri

Esistono esistenze in luoghi diversi più nuove e più vecchia di questa nelle quali l'esistenza è arrivata in momenti diversi, esistono luoghi che ancora non esistono perché l'esistenza ancora non c'è ed esistono luoghi già finiti perché l'esistenza non c'è più. E tutto è insieme.
Esistono spazi nella stessa esistenza tutti diversi, tutti contigui, giustapposti. Esistono spazi di dimensioni diverse l'uno dentro l'altro, incastrati.
Il tempo scorre veloce intorno alle masse. Fuori la massa non c'è il tempo, figurati lo spazio che è qualcosa che è, e ha bisogno di massa se no non è. Forse se guardi un punto nel cielo, guardi in un'area dove è ancora il 1992, in un'altra è il 3 milioni. Tutto insieme.
Esistono grandezze scalari, misure in cui c'è armonia di spazio e di tempo: la velocità. Esistono corpi così veloci da sembrare immobili, come gli atomi della materia compatta, esistono molti altri corpi tanto lenti da sembrare che si muovano da soli, come i pianeti nel sistema solare. Gli uni dentro gli altri. Esiste tutto insieme.
Noi che crediamo di essere nella normalità, adesso come ci organizziamo? Forse viviamo a velocità elevatissime, forse siamo dei colossi, forse troppo in anticipo rispetto a quello che crediamo di essere, o forse in ritardo. Ci serve adesso più che altro l'invenzione della poesia, l'intuizione d'arte comunicata del nuovo senso in cui trovare il senso e le dimensioni corrette di noi. Mettiamo nello stesso punto la Preistoria e il Futuro e decidiamo daccapo, impariamo dalla Letteratura, che l'aveva scoperto prima, che la lingua spiega solo alcuni lati superficiali delle cose e che altri rimangono inespressi ma avvertiti da alcuni, impariamo dalla Letteratura che già sapeva tutto, che siamo tanti possibili mai realizzati ma che esiste la possibilità. Tutti, tutto insieme.
Uno scienziato non è buono se non sa la poesia.
Un poeta non è buono se non sa la scienza. Dante Alighieri diceva in tre versi con rima e perifrasi che era mezzogiorno; versi in cui spiegava non solo l'universo e come funziona il mondo, ma anche che cosa significa che è mezzogiorno e perché e come se ne parli a volte.
Vorrei spezzare una lancia in favore di una causa che ritengo veramente molto importante, soprattutto al giorno d'oggi, che ormai è normale sentire esclamazioni e lodi nei confronti di particolari parti del corpo: "Viva la fica!" o nella versione femminile "Viva il cazzo", due slogan molto efficaci tanto quanto universalmente utilizzati. Vorrei dire che secondo me non è giusto lodare solo il cazzo e la fica quando puoi esser contento, che ne so, dell'amigdala ad esempio. Inneggiare il cuoio capelluto, lo strato sub-epidermico, la laringe non infiammata, la pupilla gustativa...
"Viva il piede di destra!" esclamo certe volte, "Viva la pineale!" ma nessuno si schiera mai dalla mia parte.
Non è giusto che nell'epoca dell'emancipazione dei sessi c'è chi ancora è costretto a vergognarsi dei propri orientamenti sessuali, abituato a essere denigrato ed emarginato. E mi riferisco alla grande categoria di quelli etichettati come pervertiti. Per loro fortuna i tempi si predispongono alla loro inclusione nella società, e tutti potranno essere (ma lo sono da sempre) liberi di leccare le parti preferite della persona amata, in possesso di tutti i diritti che gli permettano di affrontare la quotidianità con dignità, e non cedere alle insinuazioni della massa benpensante.
Diritto di matrimonio ai pervertiti allora! Ai masochisti! Ai feticisti! Agli esibizionisti del parco! Ai pederasti! Dignità a chi si eccita coi vecchi, ai necrofili, agli entomofili, ai quadrupidofili, ai romantici, ai violenti, all'asceta, ai guardoni, ai solitari!
Un giorno mi candido e prometto diritti a destra e a sinistra, tanto siete tutti pazzi. Come fa uno, come fa a scegliere un giorno "Io sono uomo" o donna o "Io sono gay"? Come si fa a dire una volta per tutte e poi basta che cosa essere, che significa? Che importa? E se ti scopri di non essere già qualcosa, come puoi sapere che sei in realtà qualcos'altro che puoi benissimo anche non essere? E poi se scopri che non lo sei? Cos'è, cambi persona? Perché lo devi decidere e andare a dire all'anagrafe e al comune in modo da mettere tutto in chiaro prima della firma se l'amore non ha confini disegnati né di spazio né, oltre tutto, di tempo? E se io amassi una mucca e la mucca amasse me ma al comune mi negassero le nozze? Che razza di autorità si intromette in questo tipo di mio istinto? Che poi tutti diranno "Non andare con quello, che ama le mucche" o "Vorrei passare una serata con quello, che ama le mucche", e quindi tutti si diranno tra loro che io amo le mucche. E se dopo qualche anno mi accorgessi che non amo affatto le mucche ma gli spazi puntiformi? O le sale areate? O la forza gravitazionale, accidenti, qualcos'altro! Accontentali tutti a questo punto! Che se li dai solo ai lgbt l'affare mi puzza, sembra che qualcuno si ritagli un target economico e politico, si lasciano inquadrare in classi. È così, concedere diritti a poco a poco è strategico, è propaganda politica e finanziamento del business dietro ogni orientamento o perversione o genere di attività sessuale.
Mi piacerebbe che mio figlio non si sentisse emarginato quando diventerà pervertito, ma si trovi già i diritti e la parità di gusti, senza essere giudicato, contento, e contento anch'io che non lo si potrà giudicare in maniera negativa, come se avesse qualcosa in meno rispetto agli altri o di diverso e malato.

Studenti

E così ci riduciamo esseri
anacronistici e fuori moda
senza una terra davvero natia
a concertare le basi del mondo.
Come fuori-sede a lettere classiche
siamo senz'occhi e senza orecchi
o così fingiamo, perch'essere
fuori di noi fa vedere meglio.
Siamo in un luogo del tempo eterno
dove tutto è sempre in procinto
forse è per questo che seguo soltanto
mode e costumi fino al Novecento.
E prediligo senz'ombra di dubbio
i modi di vita del Rinascimento
a quelli di adesso che ormai adoriamo
in cui il fascino è la pubblicità
e devi trovarti slogan, devi fare
il solingo, devi fare il diverso
ma ti ritrovi sul banco del pesce
venduto insieme ai rifiuti
del fondo del mare.

Stupidi scienziati del domani

Era orario di lavoro, nell'ufficio regnava il tacchettio delle tastiere dei computer.
Safio, di fronte al suo schermo, verso la fine del proprio turno sbottò, come tossendo, poi sorrise, e gradualmente quello sbotto divenne una risata forte, grossa e rumorosa.
Amene, preoccupato del comportamento del suo collega gli domandò: "Non ti senti bene?"
E Safio rispose: "Altroché! Non vedi che rido?".
E Amene: "E per quale motivo ridi davanti al tuo progetto?". Amene non aspettava altro che farsi una bella risata insieme al suo amico.
Rispose Safio: "Ho pensato..." e rideva. Poi riprendeva, ma parlando a stento e in maniera incomprensibile tanto sembrava soffocarsi dalle risate. Ma sembra aver risposto: "Tra 20.000 o 40.000 anni, quando troveranno i nostri computer, la gente non penserà che i computer son sempre esistiti? Si metteranno a studiare come funzionava un Olivetti per capire come funzionano loro stessi!".
Safio non era uno bravo a raccontare le barzellette, e Amene ci mise ventisette anni a comprendere quell'ironia.
In questo arco di tempo, Amene ipotizzò che, come avviene continuamente in ogni epoca, anche in futuro il mondo artificiale apparirà l'ambiente naturale, quello dal quale gli uomini traggono le conoscenze sulle proprie origini, sull'esistenza e sulla loro vita, e forse, penseranno che il computer o internet sia un fatto naturale, e che dev'essere così perché così la Natura lo ha fatto. "Che stupidi!" iniziò a strillare ridendo, e rise per ore, al termine delle quali, esclamò: "Ah caro Safio, da morto hai imparato a dire le barzellette!".

Postmoderno succhiami l'alluce! Italian young literature [Letteratura mostruosa macabra splatter deviante contemporanea postmoderna postindustriale posthuman giovanile fantastica regressiva per disadattati un po' filosofica.]

Mostroblog Italy:
Postmoderno succhiami l'alluce! [Letteratura mostruosa macabra splatter deviante contemporanea postmoderna postindustriale posthuman giovanile fantastica regressiva per disadattati un po' filosofica.]

Italian young literature

VISUAL EXAMPLES FROM CONTEMPORARY ART:




 

Guerra fulmine l'opposto

L'effluvio di grazia dovuto all'eccesso depositato in un'area casuale che investe con sfarzo il polo suo opposto al suolo, langu...