Cute: definizione

Avrei voluto anche sentirmi un minerale
disciolto in acque sporche da filtrare al setaccio
o chiuso in volumi plastici lì nascosto su tovaglie
origliare discorsi senza chiedermi i pareri
lasciarmi dislocare insieme a tutta la materia
diffondermi nello spazio e sotto terra e dentro i fiumi
sciogliermi in scariche elettriche per attraversar galassie
girare intorno al nucleo, stare fermo dentro al nucleo
avrei. Avrei anche voluto espandere
un punto a dimensioni tali
da metterci dentro un pacco
nel pacco una casa
nella casa la luna.
Avrei voluto perdermi in divagazioni inutili
e tirare i bordi o limiti in eterno
per essere ovunque presente, sempre esteso
partecipato e usato in comune
e discusso progettato migliorato da un meccanico
dando luogo a numerose aziende
opere pubbliche di risanamento ciclicamente
quelle stelle alla fine delle cantiche
avrei voluto uscire dagli strati della cute
luogo di reazione, di fenomeno osservabile
cute atmosfera di pianeta nebuloso
dove le pietre bruciano lasciando una coda
restando imprigionate, non visibili all'esterno.
Io pure imprigionato. Buco nero? Gravità?
Come avrei voluto farlo? I salti nel cielo
sono parabole e le parabole insegnano sempre.
Avrei voluto mandare segnali di luce
ma a cosa serve se gli altri pianeti
son chiusi da miliardi di chilometri d'atmosfere?
Fagocitano i segni, non ne mandano altri.
Soltanto il sole splende da noi
e copre le luci con i suoi raggi.
Basta "avrei"! basta coi salti!
qui c'è un lavoro incessante
di cui sono
l'unico addetto.


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