Vajont

Di tanta vita che un baleno aduna
le montagne non aprono bocche
anche il cielo d'un tratto allagato
il tempo intero fu in pieno travolto.
Tra quelle spighe di grano io c'ero
spiga crescevo anch'io tra la valle
vento tra i monti stonio di campane
quando la diga mi dava respiro.

Segno

sul muro il solco d'una domanda
che fé tremare i muri alle torri 
crollò il balcone, il palazzo crollava
attorno le statue e i monumenti

esiste com'io esisto e tutt'ora
copre le uova di morbide piume 
del ventre che vogliono i serpenti
mimetizzata negli alberi alti

nel corso del sonno pomeridiano
divinità a miracol mostrare
che sotto i passi i suoi passi lei muove
e che la vita l'è base d'appoggio

rischiavo di perderla presa di mira
di non difenderla quando infamata
lei mi chiamava, ma non rispondevo
tutti ci chiama ma non rispondiamo

ma un graffio deturpa la facciata
a picco sull'impeto di scirocco 
se una madre fa segno di andare
un palpitare, un bruciore nel cuore

Numeri preferiti

Preferisco quei numeri soffici,
le onde del mare, i soffi del vento,
quelle forme incerte dei sogni,
donne di alghe, mani cavallo,
toccarti le dita calde d'inverno
invece di metterle su eBay 
fare che l'uso consumi i contorni,
che il gomito urti e rompa un display.
Soffro la porta dello sgabuzzino,
la vita interdetta, sillabe appese,
la vendetta di uggiose lumache
se gli si appresta un raggio di sole.
E oltre il sistema solare, che resta?
Oltretutto non riesco a contare
il cielo di notte buio m'inquieta
ed infinito diventa il minuscolo.

Hai il fuori e questo freddo dentro

Oggi è dentro non fuori dal corpo
addormentato venuto alla luce
- buio, che luce? silenzio, che voce? -
sfondo e figura, l'io e la natura,
e questi fantasmi in multicolor
il sogno che ha milioni di anni.

Cyberpunk

Ronzii di lampioni nel buio astrale  e non le speranze. Oggi due cuori si lanciano onde radio frementi angoscia che l'altro non le inter...