Preghiera animale

Dio uomo che sei in terra
con una guerra annienta le idiote
antiche credenze, falle fruttare
da vincitore riscrivi la Storia:
"Lo slancio dell'io lo dà l'erotismo
il pregiudizio quello in Poesia".

I cancelli del Tempo

Specchio di carta dove tu insisti
ed esisti, sollevato al suono
della tua stessa voce ovattata
talmente ottavata che si fa moto
da sé generato; se ti incendiassi
il mondo che appare incendierei
i tuoi riflessi diffonderei sparsi
come brace rovente per terra:
ciò getterebbe al sole memoria,
i cancelli abbattuti del tempo.

Crociera che ho immaginato

Io per futili mete turista
appaio scaltro saputo acquirente
tra i banchi carichi di souvenir
dove aguzzo il mento dubbioso
acché il pubblico applauda annuendo.
Ride il commesso, guarda, lo sa
parte anche lui della mia recita
giocata sul business della memoria.

Guerra fulmine l'opposto

L'effluvio di grazia dovuto all'eccesso
depositato in un'area casuale
che investe con sfarzo il polo suo opposto
al suolo, languente fino a un secondo
prima ti sia paradigma:
la repulsione tra cariche uguali
emette diafano lieve silenzio.

Lume nel buio

Il lume nel bosco da sé si alimenta
lì al buio tra i rami dove tremanti
dal dubbio i miei passi incerto dirigo
mosso da venti tra immobili foglie
che senza turbarsi mi lasciano perdere.
Il lume mi scivola come rugiada
la mano lo afferra, rieccolo avanti;
nell'iride insolito irrompe un riflesso 
forse ho sentito il rumore del tempo.

Brevi disturbi


Non riesco mai a vederti mutare:
musica, valle, abisso, persone,
miagoli e strisci, dopo un po' parli
rotoli, voli, esisti e non esisti.
Citomitosi e mitopoiesi
a reggere pali del vecchio edificio
la vela bucata è nella bonaccia,
è raro che io mi senta adeguato.
Per questo l'inciampo meglio dell'intento
voltare i passi senz'alcun disegno
ma alla corrente di trasmutazioni
brevi disturbi di ogni certezza.

Notte


Mi dormi accanto e forse già sogni
sola nel cielo in cui ti aggiri
- chissà con chi sei e se io ci sono.
Voglio raggiungerti, non so trovarti.

Le righe a colori delle coperte 
fanno ironia al chiarore notturno
tace il condominio, fuori le stelle,
di te il solo respiro risponde.


Pezzetto di sempre

Anche se spesso mi arrabbio per strada
perché è già tardi o gli sconosciuti
mi urtano i piedi in mezzo alla folla;

dagli alberi ai lati dei viali
e dai muri antichi dei palazzi
odo una voce che mi tranquillizza,

e poi mi basta guardare il cielo
che, tutto azzurro, mi fa stare bene.
Ma anche se grigio e in tempesta

mi piace pensare al cielo di aprile
vivido anche a pensarlo d'inverno
sempre presente di giorno e di notte,

mai andato via da miliardi di anni;
e così va bene, tutto migliora:
tutto è sempre rimasto così

come è ora, pezzetto di sempre.

Binari

Le porte del tram ti lasciano solo
la voce è un programma di audio lettura
la nostra vettura un goccio del tempo
le nuvole rosa di un'altra natura.

Hai perso il filo non dicevo questo
l'estate ha bruciato i nostri capelli
e i nostri fratelli morti da piccoli
ora hanno figli più morti di quelli.

Salgo sul tram come senza paura
fisso lo sguardo ai binari di senso
penso che un tempo ci sia stato altro:
oltre i suoi fili un cosmo. Immenso.

Nella lingua

Sei nella lingua: ti umilia l'idea
d'esser trasmesso da bocca a bocca.
Il tuo nome smette di denotare
ultimo passo di un più lungo viaggio
che più prosegue più ti trascende
che più prosegue lasciandoti fuori,
fra le onde di senso d'omonimia
dove rincarni miliardi di altri.

Meravigliosa

Sotto il vestito sei senza colori,
la tremula luce ti può attraversare.
Vedo di te solo ciò che non c'è
dietro lo schermo di cui ti inghirlandi

so solamente quel che si può dire
non te, lì prima che ti si conosca:
meglio appari al buio distante
fuori i contorni delle superfici.

Un sorriso

I cani corrono come cavalli
sfrenati e abbaiano contenti
dopo le piogge degli ultimi giorni.
Tu che li guardi reclini la testa
incarni il tempo imbambolato
e non controlli la forma del viso:
lì come un'alba ti spunta un sorriso.

Capodanno

Un capodanno coi soliti botti
finiti gli spari fitta una nube
parve inghiottire il moto dell'orbita
nella mezz'ora abbondante di auguri
come arraffanti nel cieco richiamo
del cappellino e della trombetta
sul nuovo buio, silenzio inedito 
un nuovo anno uguale ad un altro
senza neppure vedere com'è
ce lo prendiamo e vestiamo da vecchio
caricatura d'opportunità
dove in realtà non c'è spazio per noi,
per gli schiamazzi senza emergenza,
per riposare ancora un minuto
mentre un incendio consuma la casa.
Si festeggiava la fine di un anno
o che il vecchio si appropria del nuovo?

Vajont

Di tanta vita che un baleno aduna
le montagne non aprono bocche
anche il cielo d'un tratto allagato
il tempo intero fu in pieno travolto.
Tra quelle spighe di grano io c'ero
spiga crescevo anch'io tra la valle
vento tra i monti stonio di campane
quando la diga mi dava respiro.

Segno

sul muro il solco d'una domanda
che fé tremare i muri alle torri 
crollò il balcone, il palazzo crollava
attorno le statue e i monumenti

esiste com'io esisto e tutt'ora
copre le uova di morbide piume 
del ventre che vogliono i serpenti
mimetizzata negli alberi alti

nel corso del sonno pomeridiano
divinità a miracol mostrare
che sotto i passi i suoi passi lei muove
e che la vita l'è base d'appoggio

rischiavo di perderla presa di mira
di non difenderla quando infamata
lei mi chiamava, ma non rispondevo
tutti ci chiama ma non rispondiamo

ma un graffio deturpa la facciata
a picco sull'impeto di scirocco 
se una madre fa segno di andare
un palpitare, un bruciore nel cuore

Numeri preferiti

Preferisco quei numeri soffici,
le onde del mare, i soffi del vento,
quelle forme incerte dei sogni,
donne di alghe, mani cavallo,
toccarti le dita calde d'inverno
invece di metterle su eBay 
fare che l'uso consumi i contorni,
che il gomito urti e rompa un display.
Soffro la porta dello sgabuzzino,
la vita interdetta, sillabe appese,
la vendetta di uggiose lumache
se gli si appresta un raggio di sole.
E oltre il sistema solare, che resta?
Oltretutto non riesco a contare
il cielo di notte buio m'inquieta
ed infinito diventa il minuscolo.

Hai il fuori e questo freddo dentro

Oggi è dentro non fuori dal corpo
addormentato venuto alla luce
- buio, che luce? silenzio, che voce? -
sfondo e figura, l'io e la natura,
e questi fantasmi in multicolor
il sogno che ha milioni di anni.

Foto

Io non so come ma dentro ad un foglio
non sono più io, ma un io passato
quando d'inverno era bello salire
sulle colline coperte di neve
stretto tra stretti sedili danzanti
e il loro domestico odor di benzina
mio padre mia madre e i miei fratelli
con quella fiat tra bianche campagne
come la pagina dove io scrivo
- è come se oggi fosse lontano
lo ricordassi tra venti o trent'anni
e dove sono non so, né chi sono -
sento una flebile parte di me
che si distende e nasconde nel tempo
più grande di me e che mi contiene
la mia parete coperta di foto.

Dove sei

La pellicola trasparente si confonde con lo sfondo
e pare tutto usuale niente nuovo tutto uguale
gli strumenti riposti in custodia flessi alla forza di gravità
niente luce, i ricordi dei fuochi visti ai falò 
già sbiadite macchie di retina immemore
una stanza sommersa dal mare durante la notte
un sincopato secco e sordo rintocco lontano
come se il tempo slegato si fosse piegato a fisarmonica
dove sei, che tra il buio hai più luce del sole
sopra la spiaggia dei giorni di ruggini
sollevavi nell'aria un odore di luglio 
non eravamo più io e te immersi all'estate delle parole
neanche l'aria bastava a sé stessa e i dolci colori restavano appesi
senza pesi le gambe sembravano remi di barche
la luce tra zigomo e labbra si era fermata a baciare un sorriso
dove inizia e finisce l'altra ma senza confine
dove sei non rimane più molto già si smonta l'impalcatura
e non voglio trovarmi su una pedana
di nebbia, vapore tra i colli.

Terzo piano

Nei loro visi i sorrisi sgargianti
si piazzano avanti non fanno entrare
e poi al lavoro si viene scelti
per attitudini e vanti passati
anch'io ho un lavoro nuovo mi piace
a tratti e mi fa rispettare
non credo di essere fatto per questo
un'apposizione professionale
infatti in orario lavoro ma guardo
il cielo azzurrarsi da rosa che era
tra le montagne coperte di case
della finestra mia al terzo piano
e in basso si vedono altri contenti
incerti del loro futuro uguale
al mio passato e ricordo la vita.

Preghiera animale

Dio uomo che sei in terra con una guerra annienta le idiote antiche credenze, falle fruttare da vincitore riscrivi la Storia: "Lo slanc...