Il giorno

A dall'alba alla mattina

E le ore nel mezzo

I i pigri meriggi

O, si fa notte

U: notte oscura.

Il coro universale

Nell'universo intero

Tra le galassie

Anni luce distanti,

Dalle spirali

E dalle ellissi,

Su Andromeda tu, 

nella Lattea io 

Un coro si espande:

Porco di un D**!


Sara

 Sara, nel deserto piove musica di luce

questo sogno ti si avvera 

quando pensi non riuscirci, e piangi 

e pensi che nel mondo non c'è spazio

dove metterci comodi tra noi.

 

 Quanta strada percorsa è crollata,

vedi, Sara, giù in fondo alla scarpata,

non cadrai con lei se corri 

e se spandi le tue ali.

 

 Tracci invece un sentiero tortuoso, 

sì, ma ricco e veritiero 

che passa nel buio di una foresta

 

 ma non temere, Sara, questi anni

li hai vinti. Chi ha perso è quel mondo.

Quel mondo ladro, e disonesto.


L'entusiasmo delle arti

 Invano ti cerco se chiamo quel nome:
giochi nascosta giacendo tra l'erba
delle mie pieghe cerebrali, e scuoti
le fibre, le ossa, mi muovi, m'ispiri
respiri quest'aria ma il vento che soffi
è un vento diverso dal vento che è nostro.
 E tocca montagne, boschi mai visti
dagli occhi aperti al sole che abbaglia
e sbaglia la mente che vede nient'altro.
 C'è spazio abbastanza per i nostri sogni
mai stato di più, né recintato,
venduto, comprato, mai devastato,
è da lì che vieni - quel posto lontano
non riesco a pensare sia dentro di noi.
 E parli suonando la lingua di archi,
sembra uno scherzo - lo è, ma anche
lo scherzo nascosto del mondo che vive
e ride, fingendosi zitta materia.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.