L'oltraggio al Sole

Con i cieli putrefatti ma le strade lastricate
oltre, il sole che oltraggiato
ci raggiunge ma rimbalza
nessuno che lo piange infatti
tutti ridono perché forti.
Questa luce lascia bruciature
e ride, ride sulle pietre complici
della strada lastricata e la indora
e veste da signora sofisticata
o strada cittadina questa laida di provincia
che ci cuoce - cosa ride? - brucia!
È un incendio così lento che pare
ovvio - non innocuo -
che ci pensi a fare?
Stai fresco
e solleva questo caldo stellare
si suda e ci serve del ghiaccio.
Per le strade di provincia trattate
da puttane sbattute e calpestate
da ruote sozze di mezzi pesanti
discorsi inutili, comunicazioni
inefficaci. Poi case lustrate
confetti turchesi o marroncine
e dentro gente che vuole dormire.
Dove nessuno può entrare, non serve
fingersi attenti. Dove si accelera
uno si immagina non fare danni.
Qui nessuno scende dalla macchina
né ha una testa per stare nel mondo
si perde, si stanca, si sente svanire.
Dove siete andati?
Giocavamo e mi ero nascosto
ma voi ve ne siete andati
senza trovarmi
o vi siete nascosti?
Facevate tanto chiasso felice!
E adesso silenzio
e non so dove sono
né dove siate.
Mi chiedo - chi ha vinto? -
e se la partita sia terminata.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.