Bologna

Se m'avviluppa e mi svelle la pelle
città di serpente addormentato
paura e mistura di commozione
alle tue strade di Irnerio e poi me.

Che non sono tale qual conoscesti
ma sempre serbai quel che non serbasti:
averti in me sempre. Vederti adesso
come scintilli passati tre anni.

E pure tu o i tuoi passanti guardi
ricambi, mi trovi bene, diverso
mi riconosci e, sì, mi ricordi 
mi percorrevi ad ogni mio passo.

Le strade, non io mi camminavano
e mi portavano dove volevano
e adesso mi trovo di mura e di torri
finestre di archi romanici e gotici.

Nel fiume

Lasciatemi qui sdraiato nel fiume
che smussi i miei fianchi come ad un sasso 
lasciate i capelli al gelo nell'acqua
come le alghe che smuovono il fondo.

Lasciate che qui il pensiero gorgogli
dal seno di una possibile madre
che sa il mio passato e anche il futuro 
ma che neonato io stento a capire.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.