25 aprile

Sangue a terra il tuo colato
vaporato sì ch'entri nelle vene
verdi ancora negli eccidi nuovi 
come un seme da nessuno piantato.

Preghiera animale

Dio uomo che sei in terra
con una guerra annienta le idiote
antiche credenze, falle fruttare
da vincitore riscrivi la Storia:
"Lo slancio dell'io lo dà l'erotismo
il pregiudizio quello in Poesia".

I cancelli del Tempo

Specchio di carta dove tu insisti
ed esisti, sollevato al suono
della tua stessa voce ovattata
talmente ottavata che si fa moto
da sé generato; se ti incendiassi
il mondo che appare incendierei
i tuoi riflessi diffonderei sparsi
come brace rovente per terra:
ciò getterebbe al sole memoria,
i cancelli abbattuti del tempo.

Crociera che ho immaginato

Io per futili mete turista
appaio scaltro saputo acquirente
tra i banchi carichi di souvenir
dove aguzzo il mento dubbioso
acché il pubblico applauda annuendo.
Ride il commesso, guarda, lo sa
parte anche lui della mia recita
giocata sul business della memoria.

Guerra fulmine l'opposto

L'effluvio di grazia dovuto all'eccesso
depositato in un'area casuale
che investe con sfarzo il polo suo opposto
al suolo, languente fino a un secondo
prima ti sia paradigma:
la repulsione tra cariche uguali
emette diafano lieve silenzio.

Lume nel buio

Il lume nel bosco da sé si alimenta
lì al buio tra i rami dove tremanti
dal dubbio i miei passi incerto dirigo
mosso da venti tra immobili foglie
che senza turbarsi mi lasciano perdere.
Il lume mi scivola come rugiada
la mano lo afferra, rieccolo avanti;
nell'iride insolito irrompe un riflesso 
forse ho sentito il rumore del tempo.

Brevi disturbi


Non riesco mai a vederti mutare:
musica, valle, abisso, persone,
miagoli e strisci, dopo un po' parli
rotoli, voli, esisti e non esisti.
Citomitosi e mitopoiesi
a reggere pali del vecchio edificio
la vela bucata è nella bonaccia,
è raro che io mi senta adeguato.
Per questo l'inciampo meglio dell'intento
voltare i passi senz'alcun disegno
ma alla corrente di trasmutazioni
brevi disturbi di ogni certezza.

Notte


Mi dormi accanto e forse già sogni
sola nel cielo in cui ti aggiri
- chissà con chi sei e se io ci sono.
Voglio raggiungerti, non so trovarti.

Le righe a colori delle coperte 
fanno ironia al chiarore notturno
tace il condominio, fuori le stelle,
di te il solo respiro risponde.


Pezzetto di sempre

Anche se spesso mi arrabbio per strada
perché è già tardi o gli sconosciuti
mi urtano i piedi in mezzo alla folla;

dagli alberi ai lati dei viali
e dai muri antichi dei palazzi
odo una voce che mi tranquillizza,

e poi mi basta guardare il cielo
che, tutto azzurro, mi fa stare bene.
Ma anche se grigio e in tempesta

mi piace pensare al cielo di aprile
vivido anche a pensarlo d'inverno
sempre presente di giorno e di notte,

mai andato via da miliardi di anni;
e così va bene, tutto migliora:
tutto è sempre rimasto così

come è ora, pezzetto di sempre.

Binari

Le porte del tram ti lasciano solo
la voce è un programma di audio lettura
la nostra vettura un goccio del tempo
le nuvole rosa di un'altra natura.

Hai perso il filo non dicevo questo
l'estate ha bruciato i nostri capelli
e i nostri fratelli morti da piccoli
ora hanno figli più morti di quelli.

Salgo sul tram come senza paura
fisso lo sguardo ai binari di senso
penso che un tempo ci sia stato altro:
oltre i suoi fili un cosmo. Immenso.

Nella lingua

Sei nella lingua: ti umilia l'idea
d'esser trasmesso da bocca a bocca.
Il tuo nome smette di denotare
ultimo passo di un più lungo viaggio
che più prosegue più ti trascende
che più prosegue lasciandoti fuori,
fra le onde di senso d'omonimia
dove rincarni miliardi di altri.

Meravigliosa

Sotto il vestito sei senza colori,
la tremula luce ti può attraversare.
Vedo di te solo ciò che non c'è
dietro lo schermo di cui ti inghirlandi

so solamente quel che si può dire
non te, lì prima che ti si conosca:
meglio appari al buio distante
fuori i contorni delle superfici.

Un sorriso

I cani corrono come cavalli
sfrenati e abbaiano contenti
dopo le piogge degli ultimi giorni.
Tu che li guardi reclini la testa
incarni il tempo imbambolato
e non controlli la forma del viso:
lì come un'alba ti spunta un sorriso.

Capodanno

Un capodanno coi soliti botti
finiti gli spari fitta una nube
parve inghiottire il moto dell'orbita
nella mezz'ora abbondante di auguri
come arraffanti nel cieco richiamo
del cappellino e della trombetta
sul nuovo buio, silenzio inedito 
un nuovo anno uguale ad un altro
senza neppure vedere com'è
ce lo prendiamo e vestiamo da vecchio
caricatura d'opportunità
dove in realtà non c'è spazio per noi,
per gli schiamazzi senza emergenza,
per riposare ancora un minuto
mentre un incendio consuma la casa.
Si festeggiava la fine di un anno
o che il vecchio si appropria del nuovo?

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.