Nella lingua

Sei nella lingua: ti umilia l'idea
d'esser trasmesso da bocca a bocca.
Il tuo nome smette di denotare
ultimo passo di un più lungo viaggio
che più prosegue più ti trascende
che più prosegue lasciandoti fuori,
fra le onde di senso d'omonimia
dove rincarni miliardi di altri.

Meravigliosa

Sotto il vestito sei senza colori,
la tremula luce ti può attraversare.
Vedo di te solo ciò che non c'è
dietro lo schermo di cui ti inghirlandi

so solamente quel che si può dire
non te, lì prima che ti si conosca:
meglio appari al buio distante
fuori i contorni delle superfici.

Un sorriso

I cani corrono come cavalli
sfrenati e abbaiano contenti
dopo le piogge degli ultimi giorni.
Tu che li guardi reclini la testa
incarni il tempo imbambolato
e non controlli la forma del viso:
lì come un'alba ti spunta un sorriso.

Capodanno

Un capodanno coi soliti botti
finiti gli spari fitta una nube
parve inghiottire il moto dell'orbita
nella mezz'ora abbondante di auguri
come arraffanti nel cieco richiamo
del cappellino e della trombetta
sul nuovo buio, silenzio inedito 
un nuovo anno uguale ad un altro
senza neppure vedere com'è
ce lo prendiamo e vestiamo da vecchio
caricatura d'opportunità
dove in realtà non c'è spazio per noi,
per gli schiamazzi senza emergenza,
per riposare ancora un minuto
mentre un incendio consuma la casa.
Si festeggiava la fine di un anno
o che il vecchio si appropria del nuovo?

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.