Grammatica naturale

A letto di notte se chiudo gli occhi
e ascolto l'ambiente io mi trasformo
esco dal corpo e mi trasferisco
nelle pazienti pareti che appena
fremono al transito dei veicoli
sono un mattone tra gli altri mattoni
un chicco di sabbia dentro al cemento.

Natura - credo - ha questa pazienza
di subire passiva il fastidio 
del gravitare dei corpi che premono
l'uno sull'altro fino a schiacciarsi
così ingombranti che si fanno lava
se il peso è la nostra coscienza
ora peso o una casa o la Terra.

Ma lo sopporto come da sempre
fa ogni essente dotato di corpo
e la pazienza è un tronco d'ulivo
che si tormenta senza un lamento,
le nuvole che sono state strappate,
l'inarrestabile ciclo dell'acqua,
il moto delle onde e delle maree.

Lo spazio tra due fotogrammi

Tra due fotogrammi di un film c'è uno spazio vuoto, sulla pellicola è una barra sottile nera verticale tra le due immagini. Sta sotto a qualunque film, è lui che vediamo sempre comparire senza accorgercene. È vuoto, non è famoso, non riceve premi mai da nessuno, è delicato e va a fuoco con facilità. È spazio vergine non segnato, necessario per far fluire le immagini in sequenza. È ciò che si vedrebbe prima dell'inizio e dopo la fine di ogni pellicola. Nulla, banale, che soggiace ad ogni film, come il nulla che sta sotto ad ogni cosa nel mondo reale. Si può vedere lo spazio vuoto invece del film, e il nulla dentro le cose, o sentire il silenzio dentro la confusione, avvertire la potenza creatrice di qualcosa fatto di Nulla, scoprire di essere più e meno rispetto a quanto si pensava.

Lo spazio nero tra due fotogrammi
dove si blocca il fluire del tempo
e l'essere intero creduto morto
(colpo di scena:) è tornato tra i vivi.

Dio buono

Dio creduto dalle nostre parti
amico di tutti misericordioso
accetti gli insulti con il tuo perdono
sei buono creduto giustificatore

Ogni memoria delle mie ingiurie
nella bontà tua si è già persa
non farci adempiere all'obbligo
dei debitori ad un creditore 

Ti parlo, mi ascolti, se sono triste
devi fornirmi pane e benessere:
spensieratezza per non preoccuparmi 
e la baldanza per sopravvivenza

Siamo in contatto privilegiato
condividiamo la stessa giustizia
mi perdoni ma io non ti perdono,
caro, mi sei sempre fedele

Lascia, amico, a me il comando,
tavole nuove per comandamenti,
senza motivo ti canterò gli inni,
senza motivo ti invocherò invano

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.