Zygmunt

Addio Zygmunt, esploratore fragile. Mostro Maestro.





  • Questo è invece il mio articolo apparso sul periodico "Sensificio":


BAUMAN e MASSAFRA
Di Mario Mottolese
L’ospite più illustre che Massafra abbia avuto negli ultimi anni ci ha da pochi giorni lasciati. Zygmunt Bauman (1925 – 2017) è stato autore di una vasta bibliografia nella quale, filtrando le letture che lo hanno formato, spiega con chiarezza e profondità i più significativi aspetti sociologici del mondo di oggi. Ce lo ha raccontato diviso in due macro-classi: quella dei produttori che prende decisioni e quella passiva degli acquirenti, i quali mutano valori, gusto e immaginario a seconda degli orientamenti che la prima classe è in grado di dirigere, attraverso una retorica “aumentata” dagli attuali usi della tecnologia. I suoi studi dunque sono continuatori di una linea già affermatasi in passato presso altri filosofi e autori di area marxista, tra cui Simmel, Benjamin, Adorno, Lukàcs, Gramsci, tesi alla definizione dell’identità di una qualsiasi comunità a partire dalle sue condizioni materiali. Anche i concetti di Bene, Giustizia e Libertà mutano a seconda delle condizioni materiali e del modo di approcciarsi all’ambiente che ha una certa comunità; e nel mondo contemporaneo diventano liquidi, perché, proprio come fanno i liquidi, mutano la forma a seconda del “contenitore” che gli viene dato dalla prima classe. Questo comporta diverse conseguenze: se i produttori con campo di azione globale in epoca neo-capitalista hanno più peso nei processi decisionali rispetto agli individui con campo di azione (nel Bauman “mobilità”) limitata alla sfera locale, essi possono più facilmente intervenire sull’ambiente e sulla società e mutarne valori, gusto e immaginario: l’identità di un luogo. E molti esempi di scempi ambientali sono riscontrabili nel Sud Italia, perpetrati non soltanto dai grandi capitalisti, ma anche da più “piccoli” locali che ne assecondano gli scopi e i significati propagandati, con l’illusione di trar profitto dalla globalità quando, di fatto, finiscono per tradire la loro comunità. Bauman ha investigato anche la rovina dei rapporti personali derivati dal modo di vivere contemporaneo: la de-responsabilizzazione degli individui nei nuovi flussi virtuali. Allo stesso modo dell’ambiente, anche le tecnologie, gli oggetti e l’uso che ne facciamo modificano le nostre idee e il nostro modo di approcciarci a chi e a cosa ci circonda. La coscienza storica è costantemente messa in pericolo dal continuo arrivo di interpretazioni e punti di vista esterni ad una comunità, che continua ad inseguire un’ormai obsoleta idea di sviluppo-globalità in nome della quale poter sacrificare i propri ricordi e la propria terra. Massafra dal grande filosofo ha imparato che la Retorica esiste anche da noi.


Mario Mottolese, Bauman e Massafra, in «Sensificio», n. 39, 1 febbraio 2017. 

Nessun commento:

Posta un commento

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.