Riflessione intorno al cadavere dell'insetto Enea

Possibile vivere un giorno e poi niente?
Nato da madre che non nutre affetto
cresciuto nel vento soddisfi le voglie.
Saresti stato il re degli insetti e avresti
potuto dominare i campi. Forse l'hai fatto
si sparse la voce se gl'insetti la hanno
ubicasti i ponti e le infrastrutture
togliesti il taglione e scavasti le buche
per poveri insetti che muoion di fame,
pur di salvare la loro regina
regina che amasti, che rinnegasti
dopo il connubio nel bosco coperto
mentre fuori il temporale fece
fuggire ogn'altro animale.
E lei si concesse per farti poi re
ma scappasti ammonito da un dio
dovendo fondare l'intero avvenire
per il tuo popolo di basse misure.
E tutto in un giorno per te successe
almeno spero, o almeno credo
- possibile anche il fatto che poi
tu non l'abbia fatto,
ma che io dovrei. -

Le scritte sui muri

Mi è stato criticato un fatto di stile: mi si rimprovera di non essere chiaro e di non farmi capire. Può essere. Ma rileggendo tutto penso di essere stato molto più chiaro di quanto volessi. Mi dispiace ovviamente che non sia compreso, e mi dispiace per voi lettori, che nelle mie poesie non ci troverete niente o poco di sentimentale o di romantico: io parlo di qualcos'altro, sintetizzabile come "il mio vero modo di vivere e capire la vita, se a qualcuno può interessare", cosa che probabilmente comprende anche - non solo - i miei stupidi sentimenti; ma li oltrepassa quasi immediatamente e tende a zittirli. Cerco di migliorarmi immaginando di essere quello che non potrò mai essere da vivo. Perciò, come soggetto c'è sempre un io, ma il protagonista, o la cosa di cui parlo, non è mai quell'io, verso cui non provo neanche il minimo interesse, ma il suo significato, ricavato anche a contrasto con tutto ciò che l'io non è. Nonostante la critica sia stata mossa da un mio lettore, perciò, lo invito ad allargare le sue letture integrandole con l'aggiunta dei classici della letteratura, perché le scuole hanno la colpa di non insegnare più l'arte della Poesia. Vedi, caro lettore, in Poesia, come nel Cinema, nella Musica e in tutta la realtà fisica nulla è dato per scontato, neanche il nulla: capire il motivo per cui sia stato scelto un termine invece che un altro (anche sinonimo) è una delle migliori chiavi di interpretazione di qualunque testo/dialogo/pensiero non solo letterario, che io abbia trovato, chiave che non ha bisogno di ulteriori parafrasi o note al testo, perché verrebbe meno il piacere insito. E ti costa solo dieci secondi di lettura in più, perché hai tutti gli strumenti necessari per apprezzarlo. Il mondo è una parola che lo comprende? Dio è una parola? Beh... la Poesia è l'Arte di scegliere le parole mantenendo la loro armonia, cosa che può corrispondere al principio della Buona Forma (Psicologia della Gestalt), e il Leggere-la-Poesia è lasciarsi andare al piacere, alla fantasticheria.

Approfitto di questa precisazione poiché noto che calza perfettamente con il tema della mia ultima composizione, ispirata dalla recente pulizia dei muri dell'Università in via Zamboni a Bologna. (In realtà la cronaca di via Zamboni è stata aggiunta in seguito, l'idea originaria - il girare intorno a parole "fisiche" - è nella prima e nell'ultima strofa).

Torno nello sfondo,

Mostro.

Le Scritte Sui Muri

Girando la città vedevo parole
ergersi sul piano dell'orizzonte
in prospettiva multi-spaziale
Girandoci intorno ad una parola
la città è di campi semantici
il cittadino non se ne accorge.

Ma come ogni anno, venne deciso
che era giusto cancellare dai muri
le scritte, e tutte le storie infinite.
Allora è questo il motivo per cui
le parole a volte cambiano
e poi si dimenticano. Sono antiestetiche
non è razionale, le parole - sentenzia il sindaco -
da noi vengono soltanto dette.

Ti dico che l'Uomo può essere molto
di più di macchina cieca lettrice di codici a barre
ogni volta diversi, sempre sfuggenti
cui rivolgersi sempre di spalle:
perché può volare chilometri in alto
essere presente dentro al passato
in "ogni volta", in ogni momento
e in ogni minuscolo punto
in cui non può entrare. Uno strumento.

Quando mi parli, quando ti parlo,
voglio altresì che mi guardi con quello
sguardo architettonico mentre ti parlo
apri gli occhi e corruccia all'ingiù
le arcate oculari. Voglio che guardi quello che
sgorga dentro al silenzio di tutti i miei gesti
a tanti elementi di paralinguistica.
Sono anch'io città, io sono le strade;
Perché non mi ascolti e continui a parlare?
Se fossi piccolo, vivessi su un atomo
troverei strade e insenature
con rifugi e nascondigli
delle case e poi persone
come sulla mia Terra?
Che si muovono veloci, e
che vivono e poi invecchiano in un solo istante
dorato, intenso, espanso.

Ma son così grande che ne calpesto a flotte
rischiando le rovine di civiltà migliori.

E se fossi molto grande, calpestassi gli universi
e parlassi con più grandi entità celesti
mettendoci miliardi d'anni per muovermi,
e scoprissi sulla Terra pieghe nel suolo
e forme viventi; mi spaventerei?
come fossero insetti dentro una tana
avvierei io il processo di disinfestazione?

Ma son tanto piccolo che neanche ci penso
eppure, intanto esiste quel tempo.
Nella fessura della finestra
vive una vespa vive una vespa
che a volte mette all'infuori la testa
mi vede e rientra così non è vista

come riesca come riesca
a vivere in un buco nella finestra
se con il mio mignolo neanche ci passo
se il mondo è vasto
io non la capisco e la colpisco
quando tira all'infuori la testa.

Poi mi ci metto anche dentro ai suoi panni
se vivessi in un buco dentro al cemento
di giorno lavoro, la notte non esco
- il tempo e lo spazio sacrificati -
e morire per colpa di altri sfigati.

La vita paradigmatica

Sono tra gli spettatori e
tu sei la vita paradigmatica
che mi balli davanti agli occhi sereni
ed io mi chiedo che cosa significhi.

Ecco, tu balli ora e poi, tu non ballerai.

Che io sia il testimone
delle cose perse
di persone disperse
delle frasi dette
e delle danze terminate
dentro un anfiteatro?

Il tuo gesto allora si sdoppia:
a) dalla contingenza del sintagma che finisce dentro il suo periodo
che puoi scrivere anche in una frase;
b) all'eterno coordinarsi di proposizioni nel sovratesto infinito
che puoi dirlo solo a voce
perché scorre e sta scorrendo.

Vedi,
mi fingo un evaso dal carcere,
mi sento libero se sono in prigione.
Non è il ciclo continuo? Non è incarnazione?

Quella teoria del linguaggio per segni
che dice sia solo una tua convenzione
che non esiste parola per tutto
è calda e avvincente così tanto che
non posso più usarne e io ne sono fuori
- mi fidavo una volta di lingua e parole.

Canonica cofonica

Che tu pieghi i tuoi strumenti a creare impalcature sospese nel vuoto.
Artificiosi arabeschi vuoti come te e fondamenta di società organizzate.
Che canonizzi le figure nuove e quelle forme stravolgenti ed incredibili,
reincarni un primitivo che non riesce a parlare e costruisce invece un dolmen
la sua scoperta che è più importante in parole di pietra l'espone. (O con chi sta parlando?)

Amore, amore, io a te ti lecco la forma organica che espliciti sulla tua pelle
ti strizzo la polpa che pulsa magnifica e dignitosa che hai dentro la buccia
fai capoluogo di provincia e invii modeste ambasciate rumorose
le accoglierò disposto, sulla pasta aggiungo sempre del formaggio saporoso.
E se ti tagli le unghie, le vedrò cadere come un falco colpito in volo
e aspetto che esse cadano stringendo i pugni al cuore. Oh, io amo il tuo principio!
E di frequente io leggo il tuo libro, lo scopro sempre divertente.
Non come anni fa, è uscito un volume inedito
e mi hai detto che prepari un altro seguito con finale inconcludente.

Metaphysic adventures

Mi si rompe la tibia con cui allietare gli invitati, più spesso senatori, nei pranzi in villa fuori l'urbe, e stasera c'è l'esposizione d'arte al circolo sociale ex-operai; non posso permettermi ancora una volta di venir preso di mira dalle invettive della Santa Inquisizione e dallo sdegno dei miei antenati, sempre intorno a guardarmi e sdegnarsi. Il fatto è che loro non ascoltano musica elettronica e quindi non la sanno apprezzare: molti di loro sono del 1500, i miei preferiti del 950 e quelli più antipatici del 1950. Un millennio cambia di molto le persone. Oh, a nessuno di loro piace l'elettronica, e stanno sempre a sentirsi quei cazzo di tamburellini in pelle o mandolini in legno, e ogni volta che io suono la mia tibia col delay e compressore loro si infuriano e mi insultano, e io me ne vado. Spengo le candele, alzo la trave in legno massiccio della porta, richiudo la mia porta che fa un tonfo. Chiamo l'ascensore ed esco dal mio grattacielo dai comignoli fumanti. La catapecchia del liutaio è nella zona antica, dall'altra parte dell'urbe. In quella zona c'è la peste e ciò che mi infastidisce è che la gente svuoti i suoi vasi da notte dalle finestre: non conviene parcheggiare lì sotto. Invece della moto prendo il cavallo; e così, in due ci incamminiamo. C'è da cambiare valuta ogni volta: dall'euro passo al fiorino. Ne cambio 30, che basteranno per pagare il liutaio, deve solo spalmare del mastice per riparare la crepa sulla mia tuba. Il liutaio fuma una sigaretta elettronica dietro il bancone cosparso di neon. Ci mette poco a riparare, e dice che entro stasera il mastice sarà secco, e la mia tibia pronta. All'esposizione partecipa un'ambasciata dalla preistoria di ominidi primitivi che mostrano come sbucciare le nocelline. Certo, c'è sempre da fare attenzione ai dinosauri: se ti mangiano incasini tutto il corso dell'evoluzione; e poi vai a rifare tutto daccapo! Gli ominidi primitivi sono un gruppo di scimmioni che vanno in giro per il mondo in branco e fondano le basi. Basi per cosa? E' quello il problema: le basi per tutto! Dunque si credono despoti moralisti e dicono a tutti come dover comportarsi, o come sbucciare le nocelle. Vanno spesso a teatro a guardare la saga di Edipo ed apprezzano molto la chiave di lettura freudiana. Molte volte creano dispute di carattere giusnaturalistico con Cicerone e Machiavelli, e spesso vengono censurati o condannati dal presidente Obama e dalla sempre presente Santa Inquisizione.
Sempre presente, poi, che significa?

Siamo Nati Per Lottare


Ora che io son fatto
di una serie di equilibri
e che rintuzzano e combattono
mi sciolgo dentro una tazzina
di (forse) caffè (oppure fango e c'è del magma)
Mi sciolgo come il nucleo fonde sotto terra
e dentro una stella e in una filastrocca
e ancora parlo, ma senza una forma.
Mi scopro un campo di esempi possibili
- agirò in me tappando la bocca
divento un tutt'uno col vivo e col morto. -
Ritorno planando dentro una casa che si dà
a mostrare
brevemente
nel mondo del coeso e mi rapprendo
per portarmi quel nulla a lavoro e dentro le scuole.
Sono un evento diceva mia madre
una stella cadente, uno straniero
di terre lontane fissato dai vecchi
del mio paese
parleranno a lungo dei suoi vestiti
dentro a una bettola a tutti gli amici
che non crederanno a tutti i racconti
eppure l'han visto, e poi è partito.

Adesso, qui io sono in trincea. Muovendo le
guerre a vili impostori, le onde telluriche
che tengo alle redini
calpesto all'unisono
e danzo! Danzo brandendo un'ascia o una spada
i barbari qui irrompono in massa!
Faranno un bottino di beni preziosi
e di farina dei panettieri.
Invoco mia madre, invoco i miei avi
invoco la vita e invoco la morte
nell'urlo di guerra, lo sguardo severo
difendo i miei padri anche in questa sommossa.

Piove sulle mie soglie (La mia pelle è permeata)

Trovarsi sotto la pioggia scrosciante
Correndo forte attenti anche a non scivolare
E il piede si infanga in una pozza
Con le sabbie mobili bollendo catrame
Quattrocento bpm sulla gamba
Quella scossa di terrore che risale nelle vene
riaffiora poi negli occhi sbarrati.
Vedi, io qui mi spezzo le dita
Mi si tappa la pupilla, cuciono le labbra
Come fai a non sentirmi urlare?
Che il succhiato sbrodolìo da cannuccia
di sorbetto al limone rimbombando ti stordisca?
Ogni tanto sento urtare non il
vento ma le onde.
Le tue onde sono fili
Microcosmi incastonati
I binari paralleli.
Le mie onde son catene
perché voglio attraversare i campi
particella in una scarica.
Perciò tiro quei pistoni agganciati alle mie braccia
e vi trovo all'altro capo un altro
me, impassibile, che le tira e che sghignazza, e
che mi regge in equilibrio quando cedo il corpo lasso.
Gli offro un lavoro nella mia orchestra
nei concerti io gli dirigo le mani.
E invece noi ci geometrizziamo.
Pratichiamo la sintassi per erigere i palazzi
Colonizzando le province
Ci chiamiamo per nome come dentro un romanzo.
Non mi credo una persona vera,
discendo da un albero, idrogeno ed elio.
Mi credo più un posto, una parte di spazio
Una sala da biliardo per tornei professionali
Autostrada trafficata da fenomeni balistici
Laboratorio. Accademia. Centro di Produzione.
Magazzino d'atomi vuoti e nebulosi
cui ho in custodia la chiave,
lezione quotidiana di metafisica a liceo.

Crash!

L'esposizione a urti non usuali
sposta le cellule di posizione.
La carne protende in traiettoria stabile
spinge la pelle nel lato interessato
e sporge in fuori di colpo, violenta.
Per un fulmineo istante è ferma, immobile,
lì si ammassa e si confonde.

Torna a rinculo
quella carne che si strappa
- contro-esodo di fine stagione:
E le macchine in autostrada
scorre il traffico a pressione
ci si suona se c'è intoppo
i sorpassi mischiano i colori

Hai voglia a bestemmiare!

"Mi sia la forma ridata intatta!"
Quello là non sa che fare.

Lo si ripaghi in modo equo:
gli si aggiusti i connotati
adesso chiede ma gli umani
sono fuori del suo mondo.
Sembra un incubo mamma santa
e non cambia/non si sveglia
mamma mia santa mamma santissima
e non cambia/non si sveglia!

CRASH! SHTUM!

"Io correvo a cento all'ora!"

Negando i presupposti.
La tua voce irritata che complotta la balistica con la folla che vi assiste.
Un cancello che si sbatte sul mio naso con vigore. Soluzione non prevista. Allarme neve a ferragosto.
Che vuoi fare con quegli occhi? (CRASH! SHTUM!)
(Son rimasto sfigurato.
Basta un'assicurazione?)

Gnè

"Ah ciao amore, finalmente sei tornata."

"Ahbbuahaeebbbbbgg"

"No, davvero, mi hai detto che andavi in palestra, ma sono venuto a cercarti e mi ha detto Gianni che non ci sei andata proprio."

"Mmmnnedieiri!!"

"Ah sei andata a scopare con quel tizio di ieri."

"Uhehbehmmmsi"

"Non ne avevo dubbi, ci hai messo cinque ore!

"Ehchevvuoitugngngngn"

"Eh? No non lo dico per starti addosso, però ti stavo aspettando."

"Ahtuvuoisolommnneppoimmne..."

"Allora guarda: mi sono strappato le unghie dalle dita delle mani, poi ho rovesciato la pelle lungo il dito ed ho fatto uscire l'ossicino come mi hai chiesto. Va bene così?"

"Machecczzèguacheiognemn..."

"Non c'è problema, le ossa più interne le tiro fuori tra poco."

"Mnamnamnamna"

"Ma come non ti interessa più? Me l'hai chiesto tu di farlo!"

"Ehmaiononècheeppoituno"

"Ma no, chissenefrega se rimangono così, però mi hai chiesto tu di farmi uscire le ossa dalle dita perché ti piace tanto e adesso non le vuoi neanche vedere?"

"Gnè"

"Beh almeno guarda il dente. Va bene? Dopo qualche ora di lavoro sono riuscito a segarmelo a metà. Guarda!"

"Mannriescimancacazztu!"

"Canino? ...mi avevi chiesto l'incisivo superiore, no? E poi come faccio a segarmi un canino? E' tutto a punta, amore."

"Nomaiomneaono"

"E vabbè, prendilo almeno come dente omaggio! Così... tieni, te lo regalo, poi ti giuro che mi taglio il canino. Me la dai una sigaretta?"

"Fancuhuhuh"

"Ah, ok tienile se ti serviranno per stasera. Cosa farai?"

"Mmmehehuh"

"Ma sempre quello di ieri?

"Eh!"

"Non è che mi devo ingelosire?"

"Macomecazztprmetughug!!"

"No no amore scherzavo, scherzavo!"

"Echetupnonfalecschtodettmavattinnvacazzdcristngrò!!"

"Scusa non è che potresti un attimo starti zitta?"

"Ehntprmettcaparlamminquestomodohemnnnoehuhuhuhemmomscoccbastmnvoc!"

"Certo, scusa, va' pure e divertiti, io sono qui che continuo."

Matrimoni


Ti vedo eterno perituro
e qui fisso davanti agli occhi

come faccio a sollevarti?


Free Pangea!/Fronte Liberazione Ecumene

E' giusto che ognuno ricordi sempre cos'è successo in Francia nel 279
o in Eurasia milioni d'anni fa(*) . Come poter dimenticare?
Non continueremo mica a ignorare, è il momento di metter fine!
Sono secoli che ho perso il sonno, e provando a dormire
tanto mi assale l'urto degli eventi che non mi posso addormentare.


(*) in Francia nel 279 e in Eurasia milioni di anni fa non so cosa sia potuto succedere. Torno a letto.

Dio è pornostar (Quel gran figlio di Bosone)


Dio è pornostar
peggio di Siffredi
te lo sbatte sopra
sotto
dentro

E anche fuori.
Dio tromba come
tromberesti tu se fossi Dio.

Sempre addosso come uno stalker
è un maniaco, un pervertito
che trapassa e attraversa
e che si lascia penetrare.
Che gran troia!
È uno stupro!
continuo,
mondiale!

È senza pudore:
assistiamo tutti
e se ne vanta con gli altri.

Una denuncia si beccherebbe
alla polizia degli dei
ma non ci lascia parlare!
La vita è un film porno?
Il mondo lo scenario! (Lo condividerà su facebook?)
Dobbiamo fargli causa
o mi sento violentato...

...Però, dobbiamo ammettere,
Dio sì, ci sa fare
quando corteggia e quando allaccia
una relazione con te
che tu neanche te n'accorgi
o forse che lo lasci fare.

La scatola

Silenzio per favore signori, io non sono venuto qui da solo. Vedete la scatola affianco a me? È bella eh?
Grande, colorata, cubica. Già la vista di una scatola così bella vi soddisfa tanto da non chiedervi cosa una scatola così bella come quella che vi trovate qui davanti contenga. Vi piace la scatola eh? È grande, colorata, tutta così... cubica.
Fa simpatia una scatola tanto grande, tanto colorata e tanto cubica; non ho mai visto un cubo così cubico come il cubo che questa scatola è, tanto da lasciarmi dubitare se la sua vera natura sia quella di scatola o di cubo.
Soffermiamoci sulla sua superficie, signori. Questa faccia della scatola che è un cubo colorato è tutta color rosso. Vi piace il color rosso così rosso? Eh sì, non potete fare a meno di guardarlo questo rosso. Penserete «Oh che rosso! Giuro che un rosso così rosso non l'ho mai visto; avendone adesso per la prima volta l'opportunità mi accingo a fissare questo rosso così rosso almeno per le prossime due ore, quando mai mi ricapiterà? Che poi adesso a ripensarci un rosso così rosso è un po' più rosso del rosso così come io intendo il rosso. Al posto del rosso ci avrei messo ad esempio un paio di tettone. E poi tutta questa scatola è così cubica che proprio non ho mai visto niente di più cubico di questo cubo con la caratteristica accentuata, estremizzata ed esasperata della cubicità.
Ma chi l'ha fatta? Ma una scatola viene progettata da un geometra o da un pittore cubista?
Esisterà un esperto di cubi che detta le regole della cubicità e che scrive regolarmente sulla sua rivista che parla di cubi dalla prima alla centonovantesima pagina, con tutte le ultime novità sui parametri cubici a cui un cubo in quanto cubo deve adeguarsi per essere ancora considerato da tutti un cubo e non, che so io, un aborto geometrico deforme; lo prenderebbero tutti in giro senza neanche riuscire ad accorgersi che effettivamente è un cubo; e se il geometra che progetta i cubi rilasciasse un postulato in base al quale un cubo non può essere considerato tale senza che almeno una delle sue facce sia rossa? Ci sarebbe dunque da informarsi con esaustività sul tema del rosso in tutte le sue manifestazioni acquistando una quantità esagerata di riviste che si occupino di color rosso dalla prima alla settecentesima pagina».
Signori, avete qui davanti una vera e propria scatola all'avanguardia, progettata secondo le ultime tendenze della scienza della geometria. Guardate la scatola, signori, guardatela!
È cubica fino all'esasperazione, è più rossa di quanto aveste mai pensato.
È grande signori! È grande! È bella! Ma perché è così bella? Ma perché così cubica? Così rossa? E quel fiocco in cima? Ah, bel nodo per davvero quello. Non lo fanno mica per strada un nodo così. Ma neanche un marinaio boy scout ti fa un nodo così "statico" come quello in cima alla scatola che avete qui davanti agli occhi, signori. Ma perché è così grande? Ah, io non lo so, non me lo sono mai chiesto in realtà signori. Ma se è grande così com'è grande la scatola che ho io affianco...beh allora è proprio bella grande. Penserete «Oh che grande questa scatola! Giuro che un grande così grande non l'ho mai visto; avendone adesso per la prima volta l'opportunità mi accingo a fissare questo grande così grande almeno per le prossime due ore, quando mai mi ricapiterà? Già la vista di una scatola grande così grande, rossa e cubica mi soddisfa tanto da non chiedermi neanche cosa una scatola così cubica, rossa e grande come quella che mi trovo qui davanti che ha le caratteristiche della cubicità, rossezza e grandezza accentuate fino all'esasperazione contenga.
Ma... se la scatola è fatta da ingegneri esperti nel campo dei cubi, del rosso e del grande, ognuno dei quali ha contribuito dando a questa scatola il massimo della perfezione per ognuna della caratteristiche salienti che questa stessa scatola ha...chissà, chissà chi è stato a progettare il suo interno che non posso neanche vedere. Chissà, ci sarà qualcosa di meraviglioso?
I segni esteriori lasciano presagire una chiara esattezza scientifica nella composizione e disposizione delle forme e delle caratteristiche.
Ma le sue caratteristiche esteriori rimarranno estremizzate tanto che la caratteristica di questa scatola rimarrà per sempre quella di essere una scatola estremizzata? Una scatola estremizzata all'esasperazione ha dentro di sé qualcosa che mi è sempre piaciuto da morire. Ci sarà il mio giocattolo preferito lì, dentro a tanta ingegneria della forma? Me lo farà usare o ci giocherà solo lui? Oh ma quand'è che la apre sta scatola?» starete pensando voi, signori.

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Ma signori! Signori perché l'avete chiesto signori? Guardate cos'è successo, è tutto diverso. Perché vi siete arrischiati a tanto, signori? Non avete pensato che dentro potesse esserci qualcosa di brutto, di cattivo? O qualcosa di scontato e deludente? O qualcosa di irraggiungibile e inesistente?
No...questo è terribile! La scatola! La scatola ha perso la sua perfezione! L'interno delle scatole non viene progettato mai dai costruttori di scatole, che in quanto tali non si occupano di certo del loro interno dove invece non c'è regola, nessuna esattezza geometrica, armonia, equilibrio. Ci potrebbe essere un cadavere, che ne sapete? O un ammasso di spazzatura decomposta puzzolente, un coccodrillo, una bomba, vostra zia vecchiaccia che vi bacia le guance, compost, raccolta di vomito, la Morte, l'annientamento, la Morte, l'annientamento. L'annientamento!
Oh, Signori, credevo vi intendeste di scatole, credevo sapeste cosa di una scatola si deve apprezzare e cosa no!
Ma perché della scatola desiderate il suo contenuto interno, se il compito di un contenuto è solo quello di essere avvolto dall'esterno?
Di una scatola vi piace proprio tutto ciò che scatola non è!
È pericoloso signori, meglio lasciarla qui, devo trovarne subito un'altra!


Indovinello

Continuamente
mantiene possibile
ogni relazione possibile
ed impossibile
ogni relazione impossibile.

Che diavolo è?
Se ti amo così tanto è perché in te riconosco elementi naturali mischiati con così tanta grazia da lasciarmi dedurre il tuo uso corretto di ciascuno di essi. 

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.