La mia stanza

Da casa vedo il cielo di notte
come qualsiasi animale esistente
come chiunque finora vissuto:
si schiude la porta della mia stanza.

(A chi ha voglia) Lo stupido

Il più ignobile errore imprevisto
può rovinare la Vita per sempre,
stupido è farne, ma volutamente.
Non vedrai altre schiene d'argento
non un poeta, non un suonatore
mentre nel sangue la sera dilava
le strade di buche coperte d'asfalto 

Quale poesia non nasce da altro
quale canzone, quale romanzo
sento la noia della mia stagione
come una rosa che non ha un odore

Bel planetoide senza un anfratto
che un satellite possa ignorare 
quante persone che oltre un involucro
hanno un ripieno di carne sintetica

Abituate a non credere a niente
quante speranze rimosse per sempre
e chi non si ferma al primo gradino
fa come il ronzio di un moscerino

C'è un solo lavoro che conviene fare
solo uno è degno, lui solo nobilita
chi più si impegna meno guadagna
e chi guadagna per primo è radiato.
Il sole, con le dita tutte dorate,
pizzica le corde delle chitarre
poi ti accarezza i capelli biondi
come al mattino le spighe del grano

verrebbe a giocare ma è troppo alto
perché da vicino ti scotterebbe 
fa finta di sparire e poi torna
perché vuole starti accanto, ancora.
Non puoi vedere il mondo che cambia
è lento il tempo se campi cent'anni
tu lo sapevi, fai finta di niente,
già c'era la storia, tu arrivi tardi 

E ridi sul podio del vincitore
senza una gara, senza iscrizione
ma chi ti spodesta l'hai nella carne 
quanto colui che hai spodestato.

A chi ha voglia

Perfino una svista involontaria 
può essere il seme d'un cataclisma
non sai che lo inneschi, non sai che succede,
stupido se l'hai voluto innescare.

Tara

Come una pietra nel letto del fiume
son steso nel gelo dell'acqua del Tara 
il cielo è sommerso e senza rumori:
sono io il fiume, l'acqua il mio corpo.

Vangelo

Non è normale questo tuo soffrire
vinto dai forti venti di oriente
non è a questo che ci si abitua
e quando l'ultimo avrà guardato
deformi le orrende teste dei figli
avrai pace e il vestito di un santo.

Dalla fine dei faticosi giorni
si illuminò la stella polare
da allora fu sempre la stessa storia
ma dimmi che hai la sua conclusione
come si volta chiamata al suo nome
solo una donna tra mille per strada.

Respiro

Ero nel giugno e sorgeva l'estate
tuffai la mia testa nell'acqua del fiume
e perché forme e colori mutavano
senza lottare mancò il mio respiro.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.