Il prodotto dei desideri

Mi chiedo perché ogni volta ostinata
rifiuti la mia parte migliore
che ti offro in regalo, che scruti con studio
con la diffidenza di un compratore
assalito da merce al mercato.
Accetto a mio totale malgrado
non ti perdono, piuttosto sopporto
che consideri l'opzione di negarmi
la tua dovuta accoglienza
come se
ti volessi
fregare
da pubblicitario.
E spero non passi per i pensieri
che io sia il prodotto dei tuoi desideri.
è tradita la tua pelle, pupazzo
disegnata e colorata in superficie
e se non avessi occhi
non considererei.
è tradita la tua voce, futile
che racconta una storia mendace
e se non avessi orecchie
non immaginerei.
hai la voce registrata
non comandi regni
è detto quel che si dice
quel che appare quel
che è detto.
scoperta nascosta dietro le vesti
la tua bugiarda funzione
e torni
a far leva su loro.

Se avessi un cane lo chiamerei Pluto

Se avessi un cane lo chiamerei Pluto e sarebbe giallo chiaro con macchie più scure rosse. Io invece mi chiamerei Fabio e sarei un ragazzo con la pelle scura un po' come le macchie rosse di Pluto e sarei un agricoltore. Terrei Pluto nella casetta in campagna che avrei, lo farei addirittura salire sulla poltrona, lo guarderei per ore e ore e penserei al fatto che Pluto avrebbe proprio dei bei colori, e che anche io avrei voluto una bella pelle colorata come la sua: non mi ci sarebbe voluto molto, perché se avessi avuto già la pelle colorata come le macchie rosse di Pluto mi sarebbe mancato soltanto quel colore giallo chiaro che comunque avrebbe costituito gran parte del corpo del cane, e che io ancora non avrei. Mi sarei allora scervellato a cercare un modo per riempire di giallo chiaro un po' del mio corpo rossiccio: avrei fatto qualche esperimento con le piante nella campagna che avrei avuto, ma sfogliando qualche libro specializzato avrei scoperto probabilmente che non esistono piante capaci di ingiallire parti del corpo rossicce, e sarei rimasto veramente male. Oppure sarebbe successo ad esempio che un giorno Pluto sarebbe scappato via dal cancelletto della mia casetta in campagna e si sarebbe messo ad abbaiare e giocare intorno a una cagnetta che poi si scoprirebbe essere l'animale domestico di un tizio molto particolare perché pieno di tatuaggi. E questo tipo avrebbe cominciato a vedermi triste e io gli avrei dovuto spiegare che mi chiamerei Fabio e che avrei voluto la pelle un po' più gialla qua e qua e qua proprio come il mio cane, e lui mi avrebbe subito risposto contento che avrebbe potuto farmi felice facendomi dei tatuaggi proprio dove gli avrei dovuto dire io poco prima. E così sarebbe stato: avrei riempito il mio corpo di macchie giallognole tatuate e avrei tanto ringraziato quel tipo tanto simpatico, e con quel cane così bello che sarebbe Pluto, sarei tornato nella mia casetta in campagna guardandomi un po' più contento.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.