De pigrizia VII: Lettura di "La galassia dei dementi"

 Gli occidentali "medi", ispirati da volumi di letteratura moderna e positivistica, si proclamano possessori di una Sapienza che fornisce loro una mentalità più avanzata, progredita e perfezionata rispetto alle sapienze di altre culture nonostante siano ignoranti in tutto. Gli occidentali inneggiano la scienza e la tecnologia perché producono meraviglie, cioè anche più delle risposte ai loro bisogni, e regolano le loro esistenze. La loro idea di Scienza è appunto intrisa di magia e superstizione: le credenze che condividono non sono verità scientifiche ma supposizioni di una pseudo scienza, incoerenti e spesso stupide. Si vive sempre più nelle città, che vengono costruite e mantenute appositamente per far sopravvivere il meccanismo che le tiene in piedi, perciò anche la morale e la cultura in generale si abituano alla vita controllata dall'economia del mondo globalizzato; si sta comodi stando a certi patti, ma si dimentica e si ignora tutto ciò che dalla città è fuori, oltre a tutto ciò che c'era prima. L'umanità si preclude delle strade per il futuro, orientandosi sempre più verso una condotta, una possibilità, ed escludendo le infinite altre. Si esalta il presente e il vicino, e si ignora la Storia e il lontano: ognuno esalta se stesso vanamente, pensa di farcela da solo o di essere migliore e più dotato degli altri. Tutti la pensano così, di essere autosufficienti, e questo va bene perché ormai possiamo dire sdoganato e accettato da tutti l'individualismo dilagante. Siamo in Occidente, siamo seri, scientifici e tecnologici, non abbiamo tempo da perdere per gli altri. Se l'economia, la politica, la scienza e la tecnologia (la Ragione) regolano la mia vita allora ci pensano loro stesse a farlo anche agli altri. E così ognuno si sente dispensato di fare qualcosa di buono, utile... di fare qualcosa. Dipendiamo dal sistema e ogni iniziativa viene scoraggiata da una parte o dall'altra, cioè o dalla Società o dalla politica e dalle leggi, a meno che non sia molto moderatamente personalistica: cioè sono tollerati soltanto i servizi per acquirenti-consumatori-turisti, che non turbino troppo il meccanismo del sistema.

In questo sistema possiamo dire esserci ancora un angolo, disprezzato, di sottocultura (purtroppo!) in cui è tollerato aprire squarci nel tessuto culturale contemporaneo per vederci da fuori. Lì appariamo ottusi e ridiamo di noi stessi, della nostra stessa ottusità: lì risiede la sfera del comico, come un'idea platonica nel suo ambiente ideale. Un comico che ride della stessa persona da cui nasce, forse per renderlo capace di accorgersi dei suoi errori più stupidi, come quello di presumersi esseri logici e infallibili.
Lì si può concepire quanto comica sia quella versione storpiata, ignorante e "popolare" del pensiero razionale scientifico. Lì ci si può fare un'idea di cos'è e di quale problema rappresenti la presenza di una brutta copia di Cultura, di una sua versione vaga e storpiata che non fa altro che rendere più cocciuti i chiusi di mente. L'antichissimo genere della Satira menippea adattato ai giorni nostri produce squisiti testi che rovesciano l'abituale presunzione di onnipotenza e di abilità degli occidentali moderni, e non è impensabile far rientrare tra questi testi anche romanzi italiani relativamente recenti come Pinocchio di Collodi, il Pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, Il pataffio di Malerba, il Viaggio di G.Mastorna di Federico Fellini, Cani dell'inferno di Benati e La galassia dei dementi di Ermanno Cavazzoni. I loro personaggi non riescono ad elaborare un sistema cognitivo capace di spiegare razionalmente gli eventi (inusuali o al limite dell'esperienza umana), e perciò subiscono il loro presentarsi come fanno anche i bambini alle prime prese con una nuova esperienza, ancora da apprendere per potere, in una sua futura ripresentazione, reagire più efficacemente.
Come in uno zoo
parole pappagallo
nella serra tropicale
allora grandi banani
fanno ombra sul sentiero
le pietre terra rossa
frutti arancioni
forse è un bosco
in un quadro barocco
con dentro

forse le case
per farci le favole
o quelle strade
di faggi altissimi
vedute nei sogni
sulle montagne.

Forse una
deserta foresta.

Dove nei secoli
si son visti passare
in ordine
un paesano
un soldato
un imperatore
un monaco
un re
un cacciatore
un cavaliere
un mago
un turco
un bambino
un appestato
un esploratore
un avventuriero
un servo
un signore
un vescovo
un santo
una ragazza
un gruppo
dei briganti
partigiani
un professore
un ciclista
un turista
un boy scout.


25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.