Programma su cultura

 Stasera si vede Benigni in tivù

Che bello che legge "Divina commedia"

Di Dante che ha scritto un sacco di cose

Un po' mi ricordo, Virgilio, Beatrice

La selva coi lupi.

È importante, vedetelo

Noi lo vediamo, questa sera

E la capiamo bene perché lui la sa 

e ce ne dà un piccolo assaggio.


M'assolvo - mea culpa

 Te lo trasmetto
né, goffo, devo fare finta
rischio meno e guadagno
vedi un po' adesso che scrivo
è il paradiso lontano dal mondo
c'è solo la voce di un Dio che comanda
e come ti culla e ti guida il pensiero
che non ha più lavoro
ma tempo libero in completo relax

per seguire la serie

non dar retta a nessuno

estraniarsi su un divano

come tutti su un divano

un divano ciascuno isolato

non dirlo a nessuno
se hai fatto qualcosa di quelle
ti vergogneresti. La hai sfigurata
chissà che fastidio
nessuno ti ha visto
continua vai avanti a lavorare
non sarà più, mai più la stessa
impossibile ti vengano a cercare
un viso bello, unico, non comune,
senza tracce, non è più un tuo affare.

Distensio animi

Poesia vincitrice del GRAN PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA nella 5ª edizione del concorso internazionale di Poesia "Le occasioni" 2022 - sezione A (poesia singola a tema libero). Organizzato da Associazione Mondo fluttuante - Sanremo (ASSOCIATI ONORARI: Alba Donati, Alessandro Ceni, Andrea Caterini, Angelo Tonelli, Bianca Garavelli, Claudio Damiani, Daniele Bollea, Davide Rondoni, Fawzi al Delmi, Giancarlo Pontiggia, Giovanni Giovannetti, Giuseppe Conte, Luigi Olivetti, Marino Magliani, Mario Baudino, Massimo Maggiari, Massimo Morasso, Milo De Angelis, Paolo Ciampi, Renzo Paris).



 Dentro il tempo io mi spalmo
col coltello su una fetta
che lima le mie superfici
di crema di frutta a grumi altrimenti.

Medioevo giustizia da ridere

 Oggi leggevo Dario Fo. Nel mistero buffo uno dei temi dominanti è la cultura del popolo, si parla anche dei misteri medievali e dei finti processi burla contro i notabili, gli equestri e anche i vescovi che nella vita vera godevano di un'indisturbata libertà oltre qualsiasi legalità.

Beh quei processi farsa erano davvero significativi dei sentimenti che il popolo nutriva nei confronti dell'autorità crudele, si può immaginare come si dovesse sentire un paesano a sentire lo sputtanamento dei più alti e intoccabili rampolli che venivano caricaturizzati e accusati.

Ma, a una persona che vive in un mondo senza giustizia, questi processi comici aspettati tutto l'anno e possibili solo durante le feste, rappresentavano la forma più vicina alla giustizia che essa poteva riuscire a immaginare, in primo luogo perché non erano presieduti da qualcuno davvero autorizzato a farli: essendo finti processi ci si poteva concedere persino di annullare le assurde cavillosità giuridiche che si rivelavano un ulteriore strumento nelle mani dei dottori, ma poi anche perché ci si sentiva anche in grado di esercitarla, per finta, per ridere, questa giustizia.

Dunque più ci si allontanava dalla realtà, più ci si poteva avvicinare paradossalmente ad una giustizia vera.

Con le leggi medievali, i potenti erano difficilmente limitati, perciò è facile immaginare come ogni cosa andasse, comicamente e tragicamente, a loro favore, stravolgendo inverosimilmente i fatti a loro piacimento nei momenti più delicati.

La giustizia non esisteva, e il sistema che allora la rappresentava, vero e in funzione, era già di per sé assurdo e inverosimile, oggetto di paura e di riso, come la presunta giustizia che sbandierava; crudeltà travestita da giustizia, e presentata a tutti come tale e tutti, obbligati, come tale la riconoscevano.

I processi farsa invece tennero vivo nei loro partecipanti un germe di desiderio di vera giustizia e fine degli abusi, di libero accesso ad essa quando necessario, che nella vita vera gli era negato.

Naturalmente questo desiderio si può realizzare nella realtà solamente a patto di farlo per scherzo: nel riso si attenua ogni spinta aggressiva e distruttiva nei confronti del sistema che non si è assolutamente in grado di mettere realmente in discussione.

Si rientra dunque nel genere della satira politica, teatralizzato, che è di per sé una discussione su come dovrebbe essere e com'è la giustizia.


25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.