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Mal bianco

Anni rubati ad un'eternità
per le bocche affamate dei figli
siamo cresciuti alle spalle di un'ombra
funghi in colonia di un vecchio giardino
come un mattino di nuvole grigie
sogna gli azzurri tersi di giugno
o l'ombra che scappa a non farsi vedere
quando il sole è a mezzogiorno
siamo al coperto a una parte del tutto
per non bruciarci vicino ad un fuoco 

Zaffiro

Mi avevi chiamato mare di amore 
nella città ricoperta di stelle
avevi un vestito color zaffiro
le dita nell'ombra dei primi capelli



Cielo che parla

Cielo che parla e un altro che scrive.
Sono venuto a chiarire due cose.
Una che parla non quello che scrive.
E quello che scrive non sa chi è che parla.

Come farebbe a parlare di me
un uomo comune come chiunque 
che non riesce a sentire chi parla
né di che cosa né mai se lo chiede?

Sporca d'inchiostro la voce degli altri
l'altro che dorme e sogna i miei versi
di giorno si sveglia, ride dei sogni
e scorda che parla con l'universo 
 
cingo il recinto del suo pensiero
fatto di giorni lontani e finiti
i loro azzurri turbati nel vento
dal bianco vapore di nuvole in volo.

Non conclude

non ha poi voglia di finire quello
che ma ha le carte della vittoria
i requisiti eccellenti è vero
tutto può ma non ci si impegna no
e poi c'è perché non c'è nessun altro
chi cerchi? perché chiedi a noi? ah
acqua passata, ho smesso di 

Alle vecchie caserme

Nonno veniva per l'alta salita
fra le pinete sui fianchi dei colli
quando il sudore bagnava i suoi occhi
voltandoli entrava il golfo di Taranto.

fermo la bici alle vecchie caserme
fra le campagne ed i miei boschi
da quando non c'è più un solo soldato
le pecore masticano il prato

e poco più avanti sai che i romani
pestavano i loro sporchi calcagni
su questo tratturo lungo e sicuro
dove non c'era che odore di salvia 

chiudo gli occhi, non penso, c'è il vento,
il caldo sul volto, il peso alle gambe 
sono il rumore di ali delle api
sono una pietra tra tutte le pietre

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.