La poetica del supermercato


Il grande filosofo-sociologo Zygmunt Bauman, recentemente scomparso, ha usato la definizione di "società liquida" per spiegare i meccanismi sociali nell'epoca dell'Internet 2.0.
Liquidi, fra l'altro sono i valori morali contemporanei, perché non più "solidi" ovvero stabili e indiscutibili. Forse è il nichilismo che ci ha fatti giungere a questo, insieme alla sua manifestazione oggi più tangibile, che è l'attuale legge spietata ed astratta del mercato capitalista di fine XX - inizio XXI secolo. Risultato: i valori che un individuo ha sono quelli che di volta in volta gli sono suggeriti da altri individui dotati di autorità. (Forse non è vero che questo accada soltanto oggi, in fin dei conti anche nei secoli passati i ceti bassi - la gente comune - avevano come ideali i modelli di vita nobili ed aristocratici, cioè tipici di quei pochissimi individui dotati di autorità. Chi ha autorità è visto istintivamente come "modello ideale" da chi l'autorità non ce l'ha. Invece cfr. definizione ed etimologia di "volgare").
Nell'antichità classica - epoca oggi narrata come incredibilmente obsoleta e ridicola - i valori a cui la classe nobile omologava i bassi strati sociali erano solidi - stabili, tanto da giudicarli eterni e perfetti.
Oggi invece di volta in volta ogni prodotto-merce viene caricato di funzioni, significati "perfetti" solo in quanto hanno perfezionato qualcosa dei loro predecessori; ma sono a loro volta "perfettibili" (la loro perfettibilità viene sempre nascosta dietro alla "perfezione" di cui si fregiano. Ma si tratta del processo di perfezione-perfettibilità, non del prodotto ultimo di tale processo, mai realizzabile in realtà). Oggi è svelato il fatto che ogni cosa sia uguale alle altre, che il nichilismo aveva ragione, che non c'è reale differenza tra una cosa e un'altra, o tra un individuo e un altro, o tra un essere qualsiasi e un altro. Niente è necessario, e ogni cosa avrebbe potuto essere benissimo diversa da com'è, senza che il sistema della Natura ne risentisse. Qualcosa di completamente diverso dall'antico "tutto è come deve essere", in cui ogni cosa esistente trovava una sua giustificazione assoluta dentro e fuori di sé (= se si deve esserci e non si è si incrinerebbe lo svolgersi degli eventi, verrebbe meno l'Essere). Adesso ognuno è sostituibile con chiunque altro, non contano le sue prestazioni affettive, le sue capacità e tutta la sua vita interiore. Conta soltanto che qualcuno svolga certe funzioni, come nel mondo del lavoro odierno in cui vince quello che costa meno, prodotto chissà dove, chissà da chi e come.
Si è solo una combinazione possibile, di possibili elementi semplici. Solo prodotti, oggetti, merci. Si è come scatoloni in fila sugli scaffali del supermercato: fuori diversi, accattivanti, attraenti; dentro uguali a qualsiasi altro oggetto esistente. Fuori la confezione che loda i tuoi pregi, un aspetto friendly, easily; dentro la fregatura che aspetta qualcuno che abbocchi, il parassita che cerca il nuovo ospite. Chi è che ci guadagna smerciando questo tipo di fregature? Il parassita o l'ospite? L'economia?! Nessuno. Ci perdono tutti. Perde anche il mondo, che si appiattisce alla superficie degli involucri delle cose, all'aspetto delle cose, e non le penetra. Perdiamo tutti l'intimità in noi stessi, non si ha più nessun valore e si diventa come uno dei tanti spacciatori di prodotti scadenti, deludenti, fregature.
Il nulla, esattamente come l'interno pieno delle cose, non può essere raggiunto dalla luce.

Devi essere tutto!

Una persona non può perdere il tempo della sua vita ad essere un "tipo": deve cambiare sempre ruolo, personalità o meglio riassumerle contemporaneamente tutte insieme per sfruttare al meglio il suo tempo. Questo perché è un perdita di tempo ragionare seguendo una sola logica, come i vecchi rimbambiti che non riescono ad ascoltare altro che i luoghi comuni, o l'opinione di massa, di solito sbagliata, le cialtronerie vendibili, la terribile fama che volat. Lo specialismo non è da rigettare in toto: si può adattare in un multi-specialismo, coltivando ogni singola sfumatura della nostra personalità. Essere insieme gentilissimi e crudeli; logici e puerili, o adulti e fanciulli; grandi e piccoli, giganti e minuscoli, eterni e momentanei; ovunque e in nessun posto, nel tutto e nel nulla; decisori e sottomessi; disingannati e creduloni partecipi del gioco; autori e personaggi, autori e lettori; forti e deboli; pazzi e maniacalmente geniali; precisissimi e vaghi; eruditi e ignoranti; fedeli e traditori della tradizione... Si può essere ipertesti dagli infiniti link coesistenti, un archivio intero (il tutto e le sue parti), un personal computer, un'enciclopedia e le sue voci.
Ci si può convincere di essere altrove semplicemente ragionando in altre maniere sull'ambiente, o convincendosi di essere moltiplicati nello spazio in altri infiniti universi, o di essere giganti, o di essere minuscoli: si è effettivamente tutto insieme contemporaneamente.
Ci si può convincere di vivere in un'epoca diversa, si può contestare la cifra che contraddistingue l'anno corrente, si possono fondere i confini che dividono le ere, le categorie temporali; ci si può convincere che non sia affatto rilevante la distanza che divide sé e un uomo degli albori della civiltà. Si è effettivamente tutti insieme contemporaneamente.
Tutto insieme contemporaneamente, non un aspetto alla volta. Tutte le persone esistite fin'ora, non un individuo alla volta. È possibile non cristallizzarsi in uno solo degli aspetti per non trascurare neanche una sfumatura dell'anima, neanche un'area del cervello. Esistono allenamenti pensati per ogni singola parte del proprio corpo, ma per quanto riguarda il cervello, la tradizione sembra infiacchire le capacità insite. La potenza di un corpo: la quale non sarà totalmente realizzata mai, ma non per questo un corpo non può lavorare al massimo delle sue potenzialità; deve anzi farlo senza reprimersi, perché il corpo, per una persona, non è altro se non ciò che si è. L'anima, se c'è, è lì nel corpo, è compresa in esso, si ha/è in un nesso inscindibile fra i due ausiliari verbali: l'anima si ha, e si è l'anima. L'anima non la si fa, piuttosto si forma da sé in maniera imprevedibile, meglio dunque non costringerla in binari troppo corti o in braghe troppo strette: che sia piuttosto libera e comoda di allargarsi quando vuole, e quando c'è la possibilità data dagli eventi.
Perché fingere di essere individui per sentirsi forti? Perché non annullarci nel nulla infinito e saturante del mondo - entrare nel laboratorio della natura - ? Perché perdere tempo con una minuscola e fuggevole parte di noi? Aprirsi alla molteplicità infinita delle infinite combinazioni possibili ci renderà persone più complete, adatte al dono misterioso che ci è offerto.

Vittorio Bodini

(...) mentre nella tua terra i contadini
invisibili parlano turchino
dai campi di tabacco, e fra un istante
la notte avrà sapore di oliva verde.

11.
Viviamo in un incantesimo,
tra palazzi di tufo,
in una grande pianura.
Sulle rive del nulla
mostriamo le caverne di noi stessi
- qualche palmizio, un santo
lordo di sangue nei tramonti, un libro
lento, di pochi fatti che rileggiamo
più volte, nell'attesa che ci dia
tutte assieme la vita
le cose che crediamo di meritare.

(Vittorio Bodini, Bari 1914 - Roma 1970)

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.