Vetro pastello nelle arcate di Aprile
ingiallito tra le pagine di un libro
ma l'inchiostro è ben inciso
fu già finemente miniato 

Cielo acquerello, sei di oggi
e sembri antico, cielo romano
sembri autentico, un amico
cielo mio mediterraneo

degli eterni e metafisici mattini
nei monti, nei boschi, nei borghi

Che t'han montato gli scenografi
 a fare? Lo spettacolo è finito.

Endecasillabi senza cliché

 Amo l'Artista
non pubblicizzato
quando rifiuta la fama tra i posteri
e sa che i Poeti
davvero famosi
sono scesi a lordi compromessi
come scrivere
degli endecasillabi
solo per vendere a degli imbecilli

che comprano "un libro"
solo se famoso
- sì, poi non leggono neppure un verso -
gli fanno una foto
accanto a un caffè
per far credere di essere critici.

Ci fossero i critici
parlanti,
veri lettori, qualcuno che pensa
cosa la Vita
di oggi sa fare
mentre si ignora perché banale
non recensita
e senza cliché
che a nessuno interessa davvero.

La notte di festa

 Corri: è festa questa sera
accendono falò nelle campagne
la gente accorre e nel buio
sembrano dei
chiamati a raccolta
dalle ombre azzurre
e meno nere.

Non si può di certo dire
chi sia quel tale che stia superando
volando ai lati del sentiero,
sembra un angelo
ma di ombre
e festeggia quell'arcano
che si compie nella festa
in questa e in ogni ricorrenza.

Fresca è la notte
qui fuori il paese
le vie sono più scure
ma piccolette fiamme
scorrono lievi e
scorrono leste,
odo i rumori di piccoli sassi
calpestii di ciottoli calciati
qualcuno che parla a un suo compagno
mentre scende alla campagna
e racconta com'è che andata oggi.

Son quindi voci felici
distese, pacate, che fanno
dolci arcate musicali
salendo dal basso e scendendo di toni,
perché oggi son più dolci
è forse la festa che informa le frasi
perché sa chi le pronuncia
che oggi è diverso da tutti gli altri.

Ecco, lontani, i caldi bagliori
tra il nero dei campi e l'argento
di ulivi, che i passi costeggiano
e sembra che guardino
chiunque attraversi.
Sono di oro, di luce
e vogliono canti,
che dunque si danzi
a piedi scinti, sporchi e lievi!

Sin qui si sentono i canti,
si alzano sempre
voltata ogni curva,
rotati da voci di donne
contente, di maschi rapaci
che tuttavia fanno i signori
e finalmente le invitano al ballo
che è un gran cerchio
fatto di persone altrimenti
divise, e sconosciute
tra cui cercare, scoprire, confondersi
giocando a rincorrersi,
non prendersi mai.

Da dove venite
che non vi ho mai visti?
Sono lontani i paesi vicini
non riesco a credere
che siate così uguali a noi
e sembrate
che aspettaste il giorno di festa
e la conosciate meglio di noi,
da dove venite,
figure ridenti,
fiammelle danzanti,
ragazze selvagge,
col viso che dal fuoco vi rosseggia,
uomini svelti e leggerissimi?

Ed i meno esperti che sognano
una notte nei campi
tal quale a quella,
dar sfoggio di sé
baciare la più bella,
e i vecchi che guardano
e ridono sempre
suonando, e così vanno suonando
i muscoli si riaccordano
col cuore irrequieto,
sommerso, che spinge,
ed esce
a far la magia della notte di festa.

 Io mi domando se adesso riposi 

perché sei lontana e non posso saperlo

Ma non ho da riflettere molto

Perché te lo chiedo scrivendoti in chat.

Tu mi rispondi perché lasci acceso

Anche di notte mi dici se batte 

Il cuore per me, e forse un po' menti 

Perché dici sempre ridendo di sì.

Guerra mondiale 2021

  Incollavano avvisi sui muri
delle viuzze del nostro pensiero
di piccole pietruzze, dicendo,
chi era dei nostri e chi fosse il nemico,
non solo le vie: perfino le scale,
i corridoi attraverso le case,
il nostro soggiorno, la stanza da letto,
i sogni notturni e i discorsi spontanei,
il cielo, finestre: coperti
da istruzioni chiare e funeste,
chi è dentro s'aiuti, chi è fuori s'ammazzi
senza timor di natura legale
(né, tantomeno, di legge morale).

  Non solo! I piccoli stati armati
si sono schierati in grandi alleanze
triplici, intese, molteplici accordi,
un dispiegamento di diplomazie
e inchiostro in trattati difensivi:
- Colpiscine uno, ti assalgono tutti! -
S'è fatto il fronte ed è pieno di eventi.

  Molto da fare sul fronte in trincea:
eserciti opposti in sfida, e fratelli
che si contendono le paterne eredità
dentro le case di ogni fratello
e in due file di case parallele
ci si trincera né molto s'avanza;
eppure non vedo neanche una bomba
si lanciano solo come razzi
freccette di odio ma piccole e insulse
coretti d'insulti davvero infantili
se non ci si ammazza, si fa propaganda.

  Ed il ragazzo che sogna la pace
l'amore, lo sforzo solidale,
è costretto ad attendere
che le schiere s'annientino
da sé a colpi di frasi infamanti:
infamino anche il disertore
che tanto rifiuta la guerra
e scrive poesie che inneggiano altro.

Non gl'importa. Non importa,
ciò che cerca non è quella gloria,
lui la deride perché vuole coerenza.

 Che miracolo incredibile è trovare
in te qualcuno con cui parlare 
la stessa lingua, che mi parla 
o che mi ascolta, insieme
andare nelle stesse contrade lontane 
che altrimenti avrei potuto pensare 
non reali, da me inventate:
ci vediamo lì senza dirci quando,
senza dirci dove, né come 
saremo vestiti, o a chi dovremo chiedere 
notizie per venirci a trovare.
O Poeta, non so che aspetto hai,
tu neanche mi conosci 
ma sapevi come io adesso so 
che un giorno 
lì 
ci saremmo incontrati 
e, chissà come, riconosciuti.
E che sarei venuto a domandare
Perché avesti già risposto.

25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.