Crociera che ho immaginato

Io per futili mete turista
appaio scaltro saputo acquirente
tra i banchi carichi di souvenir
dove aguzzo il mento dubbioso
acché il pubblico applauda annuendo.
Ride il commesso, guarda, lo sa
parte anche lui della mia recita
giocata sul business della memoria.

Guerra fulmine l'opposto

L'effluvio di grazia dovuto all'eccesso
depositato in un'area casuale
che investe con sfarzo il polo suo opposto
al suolo, languente fino a un secondo
prima ti sia paradigma:
la repulsione tra cariche uguali
emette diafano lieve silenzio.

Lume nel buio

Il lume nel bosco da sé si alimenta
lì al buio tra i rami dove tremanti
dal dubbio i miei passi incerto dirigo
mosso da venti tra immobili foglie
che senza turbarsi mi lasciano perdere.
Il lume mi scivola come rugiada
la mano lo afferra, rieccolo avanti;
nell'iride insolito irrompe un riflesso 
forse ho sentito il rumore del tempo.

Brevi disturbi


Non riesco mai a vederti mutare:
musica, valle, abisso, persone,
miagoli e strisci, dopo un po' parli
rotoli, voli, esisti e non esisti.
Citomitosi e mitopoiesi
a reggere pali del vecchio edificio
la vela bucata è nella bonaccia,
è raro che io mi senta adeguato.
Per questo l'inciampo meglio dell'intento
voltare i passi senz'alcun disegno
ma alla corrente di trasmutazioni
brevi disturbi di ogni certezza.

Notte


Mi dormi accanto e forse già sogni
sola nel cielo in cui ti aggiri
- chissà con chi sei e se io ci sono.
Voglio raggiungerti, non so trovarti.

Le righe a colori delle coperte 
fanno ironia al chiarore notturno
tace il condominio, fuori le stelle,
di te il solo respiro risponde.


25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.