"Fratello!"

Non ero da solo sulle rovine
di case crollate sulla collina
dove il giorno sembrava una notte

neanche il merlo cantava per me
una nota che non fosse stonata
sulla collina sbuffava la nebbia

quanta paura finché nelle mura
un'eco portò la parola "fratello!"
e fu l'aprile più bello di sempre

il nostro abbraccio giunse inatteso
ci trasferimmo in un'altra casa
da quel deserto e la duna di sabbia.

Nessun commento:

Posta un commento

Lo sconosciuto

La mano di chi è, che è nella mia mano? Il giallo al tramonto è bianco di luce che pigramente la mente mia imbratta. Sono un miraggio ai mie...