Lucrezio

Gli dei di Lucrezio passano a fianco
ma coi tuoi occhi non riesci a vedere
cosa succede al di fuori dei corpi:
dietro il tuo spazio un altro universo.



La calma

Muti contorni immutati per anni
dove esistiti ed insisti non vista
ora sei sparsa per tutta la Terra 
come la luce del giorno ed è notte 
come quest'ora che riempie il silenzio 
o come il tuo passo sotto il mio passo
che affondo distratto nella nuova carne
assunta da quando il mondo sei tu:
come posso io solo vederti?
anzi il difficile è ignorarti 
chiudo la tenda e sei l'altra finestra,
gli occhi chiudo, mi tappo le orecchie;
la città, anche, ora sembra diversa:
davanti casa c'è un mucchio di foglie 
che sembra fermo e invece si muove,
il canto dei grilli, uno strano tepore;
mi sembri fatta di acqua di mare
e nel tuo mare m'immergo e m'annego.
E quella calma che affonda le cose
credo che sia la tua vera potenza,
ma se non muta niente di natura 
ora è evidente che il mondo eri tu.



Farsi accavallato come spunte
il mio tentativo che langue vano
e un po' gli accarezza la pelle
poi la lancia via dal fasciatoio
la pietosa, la pietra, la pigna
tutte fuse nelle ragnatele esotiche
di stucco il giugno cercare riparo.

D'altro canto

Ha il muso rapido un fremito
e le maniglie esposte, le sordide
anziane due sorelle gravide
una si cava la testa alita e sgonfia
un cartello di sacco marrone gita d'agosto
e non sposiamo la donna migliore
la geriatria praticamente sognata alle medie 
da fantasmi tredicenni.

Aver dimensione

La pietra va in corto e imprevisto
accesso nel muro, limitazione
vero battuto da sguardo violento 
intanto altrove e impercepito
nel mentre stesso deviante la rotta,
farsi millimetro d'ogni secondo 
e la sua direzione diverge.

Come s'annega

Come s'annega mi inondi d'un mare luminescente da una fessura io che ti guardo mi accorgo appena  dei pezzi di spazio che ci circond...