La scelta: matematica del destino

Dei rumori nella stanza scura
lontani. Indefinibili voci e chiavi tintillano
sbattono sui ferri poggiati sopra i marmi
lucidi. Venisse un re.
Scegliesse noi.
Scatole in fila di un supermercato:
le luci si accendono. Guarda! Che grande!
La stanza a perdita d'occhio, corsie di rimedi
ad intermittenza le più accattivanti disposizioni.
La pace, la regolarità
il sistema di vita, la miglior società
garantisce dall'alto un motivo di esserci
competitivi ci scavalchiamo
per i posti migliori degli scaffali.
Eccone un altro ch'è tale e quale
a me, a loro, agli altri e ai venturi
fuori truccati da grandi signori
ma pieni di merda e di fregature.
Tutti precisi perfetti uguali
dietro i marchi impressi a caratteri
già assimilati, un'altra etichetta
abbiamo tutti quello strato di cartone
che vorremmo la gente notasse
per utilizzarci, per essere scelti.
Nelle voci mattutine
una di donna si avvicina
mentre parla al cellulare,
passa e con la man mi afferra,
senza neppur guardare.

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