da/ha

Che cos'è adesso che stiamo combinando? Tutti insieme senza saperlo che lo creiamo, questo "qualcosa", che ci piace senza saperlo. Non è che lo scegliamo, è che lo abbiamo saputo ascoltare, e che adesso ci piace tanto, ci fa bene e non lo sentiamo imposto. Ma ci andiamo tutti a finire in quello, come dire, quello stile che ci attira, quel gusto comune. Eppure non è neanche facile da scegliere - uno pensava di avere avuto un desiderio originale o nuovo e invece tutti ci stiamo pensando, è giusto così, è più bello così, che il desiderio sia di tutti e non solo di uno eccezionale. E perciò ognuno deve annunciare a tutti se ha pensato qualcosa di nuovo, perché tutti lo aspettano già da tanto tempo prima che uno solo lo avesse pensato. Non c'è solo un guadagno personale, se fosse così, niente sarebbe oggi com'è, e nessuno avrebbe mai fatto niente di niente neanche lavorare per il proprio guadagno. Il guadagno lo ha anche il "mondo" (le persone che lo abitano, ma anche l'ambiente - spazio astratto) e quindi il Bene maggiore è condiviso, non consumato, ed è prodotto, non è acquistato già fatto.
Bisogna dare-creare perché tutti intorno lo stanno facendo per loro, per tutti. Con la propria tecnica (quella sì, originale) individuale, ma orientata sempre verso la stessa direzione in cui convergono le tecniche di tutti gli altri individui. Così si da/ha

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