Il bue, l'asinello, il cane e il gatto

Gli uomini credono che gli animali abbiano una mente superiore alla loro, che percepiscano i segnali emessi da una fonte misteriosa, forse dalla Natura, che non coincide con nessun essere vivente ma che egli identifica come una dea che lo osserva e che reagisce ai suoi comportamenti, spesso modellati come se la dea realmente li considerasse giusti o sbagliati.
Tutto ciò che non è umano si accorgerebbe immediatamente della sua mistica forza. Spesso gli animali (molto più che le piante) vengono scambiati per sacerdoti in comunicazione con questa dea, ed è bello perché gli uomini non possono parlare con gli animali per sapere cosa pensano, perciò si può credere - nonostante la logica ferrea umana - che in qualche modo siano esseri mezzi divini o sovrannaturali maltrattati o sottovalutati dall'umanità che in genere si sente superiore. Agli animali si adatta in qualche maniera la vicenda della vita di Gesù Cristo crocifisso dagli uomini che invece avrebbero dovuto riconoscere e venerare la sua discendenza divina.
Come nell'Asino d'oro di Apuleio, la vita da animale potrebbe avvicinare al divino e creare percorsi umanamente non intelligibili di comprensione del mondo, della vita e della morte. La saggezza dell'asino, ratificata pubblicamente alla fine del libro, è idealmente opposta alla ragione umana, che degli asini tradizionalmente ride. Agli asini succedono cose che gli umani non possono neanche immaginare o credere, la loro ragione sarebbe totalmente inutile se trasmessa a un asino che è già saggio di natura, perché sopporta lavori pesanti e una vita tutto sommato pessima da cui trarre insegnamenti duri e crudi.

Questo per spiegare che l'idea degli animali divini ha in realtà origini molto antiche, ben più antiche del libro di Apuleio, e sorprende che questo aspetto della cultura arcaica, che apre squarci di ombra e di mistero nel bel mezzo della realtà, sia ripreso nella cultura contemporanea. Il divino non ci ha mai lasciati, né in epoca illuministica né oggi in cui giuriamo fede soltanto alla scienza e a ciò che è tangibile e visibile, ma si è dovuto adattare sotto altre forme, appunto, più ragionevoli. Che non contrastassero troppo con le verità scientifiche o ritenute tali.

Gli animali per gli uomini oggi sono soltanto uno di quegli accessi al mondo allargato o moltiplicato a cui si riferiva quella antichissima cultura, sono portali verso l'incoscienza e l'obnubilamento delle facoltà intellettive, sono un'incrinatura nel sistema apparentemente saldo, serio e vero della scienza e della razionalità a cui gli uomini di oggi credono di partecipare e che credono dunque di possedere nella loro pienezza.

Nessun commento:

Posta un commento

Costei che fugge

Fuggi e non voltarti non vogliamo che sia presa ma seguire te leggera districarti tra le fronde e il fiume chiaro che ti annega, mentre i ra...