Sirene

Non sai che t'indigna figlia del vento
cara sorella di argento e vaniglia 
quando vermiglia fai nel momento
che il campanello dal sonno ti piglia.
Così irritata fai molto spavento
per una sciocca banale quisquilia
che non di certo ti renderà vanto
come se fossi un guerriero santo.

Sonvi nel mondo infinite sirene
dove al naufragio si schiantano navi
che i ponti fanno ammollate carene
a dirottare le stive di ignavi.
Presi dai polsi in vecchie catene
marinai e profeti che odiavi
che fanno per sé, non il nostro bene
sporcano il mare con le loro pene.

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