Durante la meditazione nel suo bel giorno di riposo dal lavoro, Dio volse lo sguardo su ciò che aveva fatto, e osservò la Terra e i suoi abitanti. Dio la ricordava più incandescente e piena di vulcani; adesso invece la trovava grigia e fitta di grattacieli. Ricordava di aver creato tantissime specie bizzarre e tutte diverse tra loro, adesso vedeva solo cani, gatti, piccioni e uomini. Gli animali giocavano puerilmente per le strade e nelle stanze delle case, studiavano con i loro piccoli cervelli l'ambiente e la creazione divina. Gli uomini invece erano tutti rinchiusi in delle casette bianche di legno con tetti a spiovente, torre laterale con campane e il simbolo di due travi di legno perpendicolari tra loro. Vedendo che gli uomini non facevano ciò che lui ha stabilito all'origine, cioè dondolare da un albero all'altro nelle foreste, Dio si arrabbiò moltissimo e mandò a chiamare suo figlio e tutti i santi cristiani. «Che fanno queste teste calde che rifiutano l'esistenza così come (D)io l'ho intesa?» chiese Dio alla cristianità sgomenta e atterrita dalla paura, e continuò: «invece di lodare l'opera di Dio onnipotente si chiudono di nascosto dal mio sguardo ad ammirare l'opera di un architetto senza nozioni di fisica nucleare e stringhe?». Venne avanti Gesù e rispose: «Sono stato io a dirgli di farlo un'ora a settimana per lodare te senza altri oggetti intermedi.  Per contemplarti in intimità dissi a Pietro di costruire la tua casa» e Dio dopo averci riflettuto sopra, spinse dal lato Gesù e gridò che gli fosse portato Pietro, il quale andò per abbracciarlo. Ma Dio lo fermò dicendogli bruscamente: «Ti rendi conto? Adesso gli uomini mi crederanno al massimo un costruttore mediocre di edifici storici! Che fama misera per un dio, non trovi?». Pietro davanti a lui annuì tenendo lo sguardo basso, zitto. Poi provò a scusarsi con frasi come fuori fa freddo, ci sono troppe bancarelle fuori dal tempio, il traffico distrae, l'acustica è migliore, la luce è suggestiva... ma non erano scuse sufficienti per la divinità, che infuriata rispondeva urlando: «E che cosa le faccio a fare tutte quelle cose là fuori allora?». Allora Dio, che non riusciva a ragionare né con santi né Madonne, convocò un uomo, uno qualunque, e capitò che prese proprio tale Gennarino Tanzi detto Pippino, napoletano, mancato uomo di Chiesa ma fedelissimo cristiano. Fattolo accomodare innanzi a lui, Dio gli chiese se non preferisse scorrazzare libero a lodare la sua grandezza, invece che in una piccola umida scatola di legno crociata, e Pippino gli rispose: «Ma veramende guardi che a domenica è lu sol iorn libbero de tott na settimana sana sana, e nui cudd tinim tutt p tej». E Dio, sbalordito da tale risposta, gli chiese ancora: «Che cosa fate tutta una settimana intera allora? Venerate un dio al giorno e la domenica soltanto è per me?». Pippino ci pensò e poi annuendo gli rispose: «E si, o Signore, nu tnim da faticà. Anzi, con il vostro permesso, per me pure oggi è giorno di fatica e se consentite debbo tornare ad attaccare l'aratro». Dio, sorridendo gli disse: «Ah questo è impossibile Gennarino, ho dovuto farti morire perché tu rispondessi alle mie domande. Dunque non sono venerato ovunque ma solo in squallidi posti?», Pippino annuì. Allora Dio evitò reazioni esagerate, non si arrabbiò, non distrusse nulla, non fece niente a nessuno in nessun luogo dello sconfinato universo. Soltanto eliminò seduta stante la razza umana, che da allora in poi poté adorare Dio dalla mattina alla sera ogni giorno, per l'eternità.

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25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.