In questa radura vengono cose
a tenermi in piedi e a farmi un po'
di compagnia. Care e umili vivide cose,
sempre poche ma vive
mi venite attorno quando io piango,
cercate di ottundere il vago pensiero
fermarlo un istante e dargli conforto,
tenerlo per mano siate voi enormi
siate minuscole, o trasparenti
che attaccano sillabe come nei versi
di una poesia: per un secondo
siete giganti, corpi, non cose,
e vi rivelate come tradendo
le disposizioni che vi furono imposte
(ma sì, come ogni tanto si deve essere onesti)
e fate un sorriso, istantaneo per dopo
riprender l'aspetto di stupidi blocchi.
Io vi ringrazio, tenere cose
autentiche voci che io abbraccio
ma il terrore, quello
che lasciate col vostro sorriso
che è quello onesto,
cose piccoli orribili blocchi.
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