Retorica di destra: guarnitura torte

Le retorica di destra deve essere molto "poetica" per diventare convincente e riuscire a convincere, per ottenere consensi e voti dalle masse.
Non avendo nessuna proposta di miglioramento per le masse, perché la politica di destra avvantaggia i pochi ricchi, per averne voti è necessario che si trovi parole belle per argomenti meschini.

Gli argomenti preferiti fanno leva sugli istinti di superiorità che hanno tutti i bambini e i ragazzini di meno di tredici anni, che sognano di avere il dominio del mondo sotto di sé. Ogni persona, nei primi anni di vita vuole essere l'unico dominatore del mondo. Questo significa essere bambini: egoisti ed egocentrici che si divertono a combinare parole solenni e altisonanti di cui non colgono il significato. Quando sentono una frase modellata sulla retorica, cioè fatta a tavolino con lo scopo di piacere, gli piace così tanto da prenderla come legge.
La loro mente è ferma a cinque secoli prima della venuta di Cristo, hanno la loro tavola delle dodici leggi tutte incomprensibili e scritte come formule magiche, il vecchio linguaggio giuridico.
La retorica di destra si fonda ancora sul linguaggio di quei maghi truffatori, dei finti profeti, dei raggiratori che circolavano agli albori della civiltà, e sul pensiero passivo e limitato tipico dei bambini.
L'adulto, senza alcun reale motivo, solo per questioni di età e di cronologia, afferma di essere meglio di un primitivo e di un bambino, perciò non è capace di accorgersi e non si offende minimamente di come viene preso in giro, della bassa reputazione che i suoi modelli hanno di lui.

La banalizzazione delle masse, la caduta del pensiero critico o capacità di pensare, procede di pari passo con lo svuotamento dei contenuti del discorso, e, quindi, con il loro abbellimento esteriore. Prendi un po' di D'Annunzio, quel poco da Carducci se vuoi, molte onomatopee marinettiane e impari a infarcire quelle poche bestialità rendendole appena presentabili, cioè solo dandogli l'aspetto esteriore che hanno i discorsi importanti che significano qualcosa.
Far apparire un discorso che è vuoto, complicato e dal suono simile a quello che hanno i discorsi che significano qualcosa è la tecnica principale della retorica di destra. I discorsi di destra sono una grottesca parodia senza senso dei discorsi comuni, così come li intendiamo. Sono, praticamente truffe. Che altra strategia ha un'élite che si vuole arricchire alle spalle delle masse e ha interessi contrari ai suoi?
Truffa come truffa il ladro novecentesco, che fa credere alla sua vittima di comprare qualcosa di buono e di fare un affare, ma lo raggira e gli vende qualcosa di somigliante per forma ma diverso. Come vendere pietre invece di telefonini: somigliano al telefonino per la forma e il peso, sono necessarie per far credere alla vittima di avere il prodotto (che crede) in mano. In poche parole deve esserci un "fantoccio" che somigli al "prodotto" desiderato per mettere in moto la truffa.
Gli esponenti di destra non fanno altro che abbellire con creme, panna e marmellate, dei fetenti tortini di sterco e venderli come torte ai fessi. Che ci credono, la comprano, sono contenti e a casa loro la offrono a tutti.
Così i discorsi incomprensibili dei fascisti vecchi e nuovi sono guarniture a tortini di sterco. Se vuoi far mangiare feci a qualcuno, ricoprile di condimento: i bambini se ne riempiranno le tasche e diranno pure "Mmm buona la torta! Che signore gentile". Gli piacerà mangiare merda perché gli hai insegnato a chiamarla torta.

Le destre fondano i loro programmi politici su morali e ideologie elaborati all'interno delle élites, cioè di gruppi ristrettissimi e inaccessibili, perciò non possono permettersi di far riferimento ad argomenti reali, deve in tutti i modi distrarre le persone dalla realtà vissuta e dagli eventi accaduti; e, infatti, li evita (ovviamente non evita certi argomenti che estrapolati dal loro contesto e raccontati come vogliono loro, possono sembrare confermare le loro fantasie). Non alla realtà, i discorsi di destra si riempiono di balle fatte di magia, di finta religiosità, di preghiere e di buoni auspici, promettono benessere e ricchezza futuri (cosa che, chi si propone il miglioramento della vita vissuta e reale, in termini più verosimili e rispettosi del "popolo", non fa). Tecnica davvero perversa e pervertitrice, capace, ad esempio, di far odiare i veri amici e di stimolare violenza verso i propri sostegni, aiuti, istituzioni, servizi...

Basta poco per ingannare chi non si sente portato per la politica, né si reputa in grado di capire i discorsi politici: il primo discorso che seguono diranno che l'hanno capito e gli piace. Perciò basta parlare con linguaggio vicino al quotidiano ma molto più trattenuto e limitato, magari con voce autoritaria e sguardo fermo (da pesce) e essere vaghi quel tanto che basta sulle questioni più svantaggiose per tutti. Cosa profondamente elaborata per gente che non è "comune" ma che appartiene o cerca di accedere alle elite al vertice, ai gruppi per loro natura e presunzione inaccessibili.

Prendiamo i rampolli attuali di queste élites reazionarie: i vari Salvini e Meloni, ricchi e ambiziosi di potere, con interessi che la nazione in cui lavorano, non ha. Ogni volta fanno uso di queste tecniche retoriche con cui si approcciano a gruppi sociali enormi ben distinti dalla loro élite di appartenenza, gruppi sociali estranei. Come ogni straniero, i due aristocratici si fanno idee su come è quell'altro gruppo, idee che non esplicitano ma che travestono per piacere. Non possono esplicitarle perché sono idee grottesche offensive per la gente, i soliti pregiudizi di inferiorità delle masse infarciti di qualche conoscenza di psicologia sociale e di massa. Perciò si devono sforzare, con la creatività, di ornare argomenti per loro turpi o insignificanti, e via! pronti a esaltare la patria quando ne hanno bisogno e a infangarla quando hanno un altro bisogno.

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