Lezione d'arte

Uno dei massimi insegnamenti dati all'uomo dall'arte contemporanea, è la riflessione basata sul rapporto tra uomo e oggetto o ambiente, naturalmente. Un rapporto inevitabile per qualsiasi individuo e per qualsiasi opera d'arte, essendo tutti - individui e cose - per una strana legge, legati allo spazio tramite una forma, un corpo, che è qualcosa che si estende nello spazio e che possiamo misurare, dunque considerare tramite i sensi e la percezione e il confronto con gli altri corpi di dimensioni diverse.
I corpi sono cose solide che occupano spazio e con cui veniamo a contatto. Immaginate un vaso vuoto: una cosa è vederlo, un'altra pensarlo insieme alla parola che lo designa: "vaso". Infatti, vedendolo ne cogliamo insieme forma, colore e significato. Che significa "significato"? Che siamo partecipi di un evento estetico, cioè di un momento in cui all'immagine sensoriale ricolleghiamo e scartiamo i ricordi provenienti dalle altre esperienze, immagazzinate nella memoria, stabiliamo con quale tipo di risposta reagiamo al fenomeno che percepiamo perché ad esso diamo un giudizio che lo sintetizza molto approssimativamente. L'informazione essenziale che ne cogliamo, per la quale l'intero processo estetico è stato messo in atto (e dunque la sua causa), è il segno positivo o negativo, se dobbiamo dar retta al darwinismo, alla psicanalisi, alla scienza cognitiva, alla cronaca e all'esperienza individuale del presente, messe tutte insieme.
Ci serve cogliere dal fascio di caos in cui siamo immersi la distinzione tra il bene e il male. Se ci arreca piacere direttamente o indirettamente (ad es. se sappiamo che può fungere da strumento per ottenere uno scopo di piacere) è positivo; se può portare dolore (in qualsiasi sua forma) allora è male.
Ma esistono altre sottocategorie intermedie fra il bene e il male, in cui il confine tra i due sfuma nella categoria del neutro (bene+male): una di queste è la coscienza oppure l'incoscienza che un certo tipo di gesto o di oggetto può portare dolore ad altri individui. A questa coscienza dunque ci si arriva avendo esperienze di apertura verso l'altro, di ascolto ed empatia, di simulazione della mente altrui. E ancora, esiste la categoria nella quale gli oggetti o le cose non hanno né segno negativo né positivo e sono dunque di segno neutro (bene - male), e di essi vogliamo conoscerne la connotazione (pos/neg), oppure, più intuitivamente, non ce ne "accorgiamo" nel senso che non rivolgiamo loro attenzione, che è invece impegnata o focalizzata su altri particolari della "scena".
La distinzione fondamentale che causa l'innesco del processo estetico, depurata dalla metafisica e dalla spiritualità che connotano i termini bene e male, sembra rimanere quella tra i termini bene e neutro, anziché male. Ossia ci è più chiaro che il bene non è esattamente il contrario di male, essendo invece anche uno "stato" diverso da quello neutro. Il Bene è tutto ciò che ci può recare piacere; tutto il resto è neutro; ossia è possibile ma non ci reca nessun effetto.
Il principio sembra esser stato compreso dai pubblicitari, ossia da quel tipo di retori che devono vendere categorie di prodotti di solito già in commercio (es: un nuovo detersivo). Potrebbero venderli se e quando persuadono i destinatari delle loro pubblicità che si tratta di un prodotto che fa bene o piacere, a differenza degli altri prodotti, che, nonostante non facciano poi tanto male (perché sono della stessa categoria del prodotto che loro pubblicizzano) non sono buoni come il loro. Il bello è che questo tipo di messaggio pubblicitario può anche corrispondere a verità. Ma l'acquirente questo non lo sa, e lo deve provare facendone esperienza per categorizzarlo e darne un giudizio, che oscilla tra il buono, il neutro e l'evitabile o indecente.
Da questo esempio ricaviamo che il nostro concetto di Bene sembra riferirsi a una connotazione che si distingue rispetto alla categoria del Neutro (bene+male) o (bene - male).

La Retorica è l'arte di connotare positivamente o negativamente ciò che è neutro e a cui non facciamo caso. Ecco perché la Cultura umana evolve, ed evolvono i concetti, le parole, le abilità. Ecco il potere della Letteratura e dei poeti, di quelli che raccontano la Storia: contribuire a cambiare l'immaginario condiviso, e con esso la lettura della Realtà neutra, che un po' spaventa e disorienta. Gli scrittori connotano una certa età o una certa situazione, o un modo di dire o una parola. Come un nome! Comune o proprio, astratto o concreto che sia: gli scrittori significano.
Riprendete dunque il vaso e guardatelo. Ha una estensione in una forma, è fatto di certi materiali che danno colore. Basta, il vaso è finito, ora distogliete lo sguardo, o rompete il vaso, o non abbiatelo mai visto neanche ma solo immaginato e disegnate e colorate il vaso.
Adesso rifate lo stesso disegno a memoria, senza guardare il disegno fatto prima. Il disegno è già diverso dal primo, che era già diverso dal vero quadro. Platone anche ha fatto un ragionamento simile ma da premesse diverse. Quello che avete fatto è stato creare un'altra forma in altri materiali. Avete disegnato due forme diverse, ma simili e che ricordano il vaso vero, ma non uguali, tutti e due diversi. E un disegno cos'è se non riproduzione o approssimazione di forme e materiali nello spazio?
Questo è importante, essendo la percezione la fonte della nostra identità e il metro di giudizio del Reale.
Noi carichiamo i dati ricevuti (completamente neutri) di connotazioni fittizie perché ciò che ci spinge ad approcciarci al Reale attraverso esperienze estetiche è il desiderio di ricavare del piacere e momentanea soddisfazione. E dunque giudichiamo o riflettiamo prima di reagire all'evento perché sappiamo cosa e come può darci piacere. E dunque distinguiamo il Bene, cioè connotiamo il neutro dei corpi e delle forme idealizzate, di un significato o caratteristica che di per sé quel corpo non ha, ma ce ne convinciamo, perché in fin dei conti non è questo altro che il giudizio venuto fuori alla fine del processo estetico, che ha successo o compimento nel giudizio di piacere su qualcosa.

Ci è dato, sembra, scegliere un modo di giudicare "trasversale" e consapevole dell'infondatezza del Male, con cui cioè allarghiamo il nostro orizzonte d'attesa del piacere alla categoria del neutro, dell'inatteso. Il piacere astratto del puro fenomeno. Il sogno di aprirsi al mondo e all'esistenza o di "spegnere il pensiero" che giudica con prepotenza per contemplare il Reale e la vita, perché contenti del neutro necessario. Trovarne dunque significati sempre nuovi, che lo riempiono ad ogni occasione di fascino, innescando un ciclo in cui ci compiaciamo di provare fascino verso il neutro. E' una Letteratura consapevole della sua origine e funzione sociale esorcizzante, magica, mistica e misteriosa. E' arte, è un darsi di occasione di esperienza estetica che trascenda il presente fenomenico, che ci richiama verso atmosfere piacevoli, buone, sincere, che innesca il ciclo auto-compiacentesi dell'esperienza estetica, e che allarghi questa al comune, al dato per scontato in quanto non degno di attenzione, e perciò perso, dimenticato perché si è attratti da altro (e si perde un intero mondo). Avviene un continuo atrofizzarsi di mutamenti, e l'abitudine, che ci è necessaria nel comportamento e nella reazione, ci viene allora contro, e la distruggiamo saltuariamente per renderci conto se conviene di più ciò che scartiamo. Poesia.

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25 aprile

Sangue a terra il tuo colato vaporato sì ch'entri nelle vene verdi ancora negli eccidi nuovi  come un seme da nessuno piantato.