Brulica

voglio informar di luce sì vivace,   
che ti tremolerà nel suo aspetto.  

Dentro dal ciel de la divina pace 
si gira un corpo ne la cui virtute 
l’esser di tutto suo contento giace.  

Dante, Commedia, Par., II  

ecco la matassa che è dentro le mani
e la possiedi e la manovri tu le torci
la sua pelle ora è concava or convessa
tu la baci la sua pelle per sentire lei com'è
hai la forza necessaria per piegare anche i sassi
non temere di fallire i tuoi avi sono lì
con le tecniche, tradizione e i bisogni che hai tu
non cadere dentro al fosso se lo vedi dalla coda
puoi saltarlo con un salto puoi volare anche in giù
che lo vedi tu lì in cima come è che è stare sotto
tu eri sotto e sei salito per andare anche più su
non ti stanchi di soffrire le tormenta del tuo corpo
non ti secca l'esser solo una foglia mentre cade
tu hai saputo cosa uccide perché ami come un figlio
tu non pensi che noi altri siamo fetide locuste
- che noi tutti poi lo siamo ma ci abbracci
coi sorrisi come fossi come noi
- ma tu hai l'anima di stella che brucia soffocando
l'urlo del fuoco ma che brilla di giallo
e non farlo sentire e esaurisci quella forza
che brulica dentro hai l'anima bella perché odi il nulla
scolpisci la pietra
tu suoni le corde
scrivi poesie
ama me che io sono perso
son polvere scossa che sbatte col vento
vieni e parlami del cielo (io son cieco e non lo vedo)
io ti invoco te straniero tu puoi essere la salvezza
e dicci che tutto è semplice come i tempi dei nonni
i pastori tra i campi di notte e la luna che ride
perché tutto è vuoto - ci dici
sussurrandomi o mimandomi o forse io vado a capire
- tutto è vuoto come il vento che percorre il mio sassofono
che mi spinge su montagne e fa piangere dal cuore

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