De pigrizia VIII: Pigrizia e/è società

No, oggi la società è il luogo dove è permesso dare il peggio di sé senza paura di essere ripresi da altri. Facebook, le strade, i mass media, fanno degenerare tutto in merda, qualunque cosa, qualsiasi argomento. Vale solo il giudizio di bellezza. Si segue la logica più becera e vaga, quella che attrae perché individua i colpevoli negli altri, sempre al di là di tutto. Questo è semplificare. Come se ciò che ognuno fa non avesse ricadute nel mondo e nella società, che vengono scambiati per meccanismi autonomi e automatici. La legge e la scienza stanno e provengono da un altro mondo, tutto appare impersonale e difficile: questo è semplificare. Perciò si segue l'istinto o senso comune continuando a fare i furbetti egoisti.

Tutti scolarizzati, e nessuno che sappia vivere sfruttando le cose che ha a disposizione. Non si accresce nessuna abilità utile.

In questa società non cresce nessuno e non si diventa empatici nè persone complete. Anzi bisogna rinunciare a parti essenziali di sé per farne parte, in primo luogo la morale, il senso di giustizia e del dovere per poter rimanere solo pigri approfittatori.

Le società potrebbero essere nate per perseguire le attività più criminali del passato, legittimarle. Così si è potuto continuare a sfruttare le masse senza che potessero reagire.

Alla società bisognerebbe arrendersi, non assumerla come modello o ideale di socialità.

In essa è consentita soltanto la mobilità sociale cioè economica, che incoraggia a perdere valori morali soggettivi, famigliari in nome dell'arricchimento (limitato al campo) economico, del benessere materiale, dello stato pigro di inattività e di egoismo. Se non ti importa nulla degli altri né dell'ambiente puoi raggiungere il vertice della classifica sociale.
E la società non avrà bisogno di te.

Anzi, avrà bisogno della tua estinzione. Sarai un problema sociale perché una volta risolti i tuoi problemi materiali individuali, soddisfi il tuo bisogno di risorse e puoi sprecarne quante ne vuoi senza paura di rimanere senza. Sei tu il vero problema a quel punto, il parassita spregevole da eliminare.

La verità è che noi subiamo la società, non è vero che ci aiuta a crescere o a migliorare. Semplicemente, non si può volerla e si vivrebbe meglio senza. Senza parassiti, ladri, potenti prepotenti...

Si potrebbe obiettare che la società ci ha dato la cultura che altrimenti non esisterebbe. Peccato che invece la società è più interessata a privatizzare la cultura che altrimenti non avrebbe senso in un sistema capitalista: bisogna che sia un prodotto che si venda. Nessuno ha una Conoscenza oggettiva da tramandare, non interesserebbe. La società privatizza la cultura e pretende di venderla: ciò che non è comprato non sarebbe culturale! Se non sta in un museo, se non è scritto su un libro, se non l'ha detto un professore non sarebbe culturale! È un sistema che vuole mettere a tacere la cultura perché gli è contraria. La cultura vorrebbe proprio mettere in guardia dai suoi inganni. Gli intellettuali la criticano, i filosofi vedono la fine dell'Uomo, i sociologi ne parlano come di uno stato fuori del mondo: la società è il problema.

Nessun commento:

Posta un commento

Costei che fugge

Fuggi e non voltarti non vogliamo che sia presa ma seguire te leggera districarti tra le fronde e il fiume chiaro che ti annega, mentre i ra...