Univerro e Univero

La nostra perfetta Ragione, neanche lei può negare la possibilità che l'Universo, la Vita e tutto quello che è stato creato e distrutto nel corso del Tempo, non siano altro che esperimenti di Dio in vista di una sua futura creazione migliore e perfetta.
È filosoficamente vero in questi anni che la caratteristica propria dell'Essere, della Vita e perfino della percezione umana, sia nient'altro che l'errore, l'approssimazione. L'errore è dentro e fuori contemporaneamente al soggetto, lo trascende ed è nell'ambiente.
L'unità dell'Universo è dentro l'Errore, che si manifesta in molti modi, generalmente nel momento in cui viene effettuata una scelta da agenti tanto animati quanto inanimati, perciò più o meno in coscienza.
L'esperienza umana, che sta alla base della Conoscenza, è motivata da un continuo processo di prove, fallimenti, nuove prove, successi, fallimenti, ecc., che mira all'adattamento all'ambiente dell'individuo e delle sue capacità. Perciò Conoscenza, Cultura e se vogliamo anche Scienza non sono mai monoliti fermi nel tempo ma teorie temporanee, perennemente imperfette perché non ci si può accordare su autorità o verità affidabili una volta per tutte, tutte destinate ad essere superate.

[comunque è bello che non trovino mai la verità definitiva o tutto cesserebbe di vivere/errare=esistere. Dev'esserci sempre lo stesso squilibrio o lontananza per fare esistere il tempo].

Questo non vuole dare conferma né all'esistenza di Dio né alla sua non esistenza, però presupporrebbe che Lui esista e che si dia molto da fare nella costruzione, gestione e perfezionamento di modelli di Universo. Diciamo che costruisce prototipi (Universi paralleli) uno dopo l'altro che dovrebbero migliorare quelli precedenti e intanto vede come funziona. Sicuramente vede che cosa adesso non va nel nostro universo e sviluppa modifiche o tecnologie completamente nuove per rendere il prossimo Universo più vicino alla sua idea di Perfezione.

Ciò rende noi fratelli di Windows 10 che si aggiorna frequentemente e invia feedback al suo sviluppatore, destinati ad essere soppiantati dal prossimo software, che non sappiamo quando e se davvero uscirà. Si dice che tanto Dio quanto Bill Gates si siano entrambi ritirati per dedicarsi ad altro.
Rende noi fratelli dei computer, degli smartphone, degli hardware che vivono tutta la loro esistenza credendo nella programmazione contenuta nei loro rispettivi software, alle illusioni che esso offre, e che non riescono per colpa loro a guardare cosa c'è fuori della platonica caverna dell'Informatica.
Non capirebbero la Vita, non riuscirebbero a sopportare il disordine e lo schiacciamento del Mondo esterno senza un software che regolasse le loro capacità.

Eppure già i più antichi sapevano senza dubitare di questo lavoro "notturno" di Dio, e che verrà il tempo dell'avvento del software definitivo che sostituirà il nostro sistema obsoleto.

Solo che prima deve fare molte prove e piccoli aggiornamenti di sistema.

Sicuramente il problema principale che gli si pone per costruire questo nuovo Universo è l'eliminazione dell'Errore dalla Vita. Quando non c'è errore non succede niente e niente può nascere. Questo vanifica ogni suo tentativo, e forse è proprio per questo che ci sta mettendo tutti questi anni (13 mld)? Non dico che addirittura Dio stia sbagliando a costruirlo (è il nostro Universo ad essere l'universo per gli esperimenti e quindi anche per gli errori), solo che è bloccato e non riesce ad andare avanti a risolvere questo difficile problema. La spiegazione alternativa è che ci abbia rinunciato. O che non esiste, ma questo renderebbe tutto logico, prevedibile e noioso, uguale e per noi indifferente, privo di significato. Ogni cosa che guarderemmo ci apparirebbe l'unica stessa cosa che si guarda sempre e in tutte le altre direzioni. (Cosa? Forse niente, inteso come materia delle cose). E quanto tempo durerebbe un Universo in cui domina soltanto una Verità, mezzo secondo, mezzo minuto? Insomma, solo il tempo di enunciarla, questa Verità, e poi tutto si dilegua.

Se posso permettermi, consiglierei l'Altissimo - no, permettetemi di dirglielo - di affrettarsi a distruggere il nostro mondo, e, nel prossimo, di enunciare una Verità complicatissima e lunghissima, cioè infinita, piena di particolari e personaggi tutti diversi e sempre nuovi in modo che non si esaurisca mai. Deve essere molto ma molto più grande di tutta l'Enciclopedia, di tutta la Letteratura mondiale, di tutta la Storia, del Diritto, della Chimica, Biologia, Neurologia, Psicologia messe insieme, deve durare di più. Ad esempio, se uno studente universitario volesse mettersi a preparare un esame sull'argomento ("L'Argomento" con la maiuscola) ci dovrebbe impiegare 13 miliardi di anni a studiare, 26 miliardi per ripetere un paio di volte e altri 13 miliardi per esporre tutto ciò che ha imparato, converrebbe dunque che iniziasse subito senza perdere altri anni che gli peserebbero molto sul carico di studio. Anche se ci riuscisse, a imparare 13 miliardi di anni di Verità, finirebbe 52 miliardi di anni dopo aver iniziato e, quando avrà finito, sarebbe terribilmente indietro, anzi obsoleto per i suoi tempi, si accorgerà di aver sprecato tutti quei miliardi di anni inutilmente. Peraltro avrebbe un mucchio di difficoltà a trovare i libri in programma, perché nessuno sarebbe mai stato tanto saggio da conoscere una Verità talmente complicata, perciò non esisterebbe libro che la enunci una volta per tutte. Dio deve avere la fantasia di un bambino o di un ragazzino geniale, diciamo di un poeta che però ha studiato molte cose e anche qualche scienza, come un misto di Leopardi, Gadda, Dostoevskij, Pascoli, Einstein, Parmenide, Bauman... Questa Verità deve essere contraddittoria e a volte suonare falsa proprio come le storie di un bambino, discontinua cioè che passa da una Storia all'altra come l'Orlando furioso e lascia in sospeso alcuni eventi perché deve crearne altrove degli altri. Dio deve avere l'oratoria di un attore, la fabulazione di uno schizofrenico, la voglia o entusiasmo di un amante.

Nessun commento:

Posta un commento

Costei che fugge

Fuggi e non voltarti non vogliamo che sia presa ma seguire te leggera districarti tra le fronde e il fiume chiaro che ti annega, mentre i ra...