Stupido come un morto degli ultimi quattro secoli e mezzo

Fai sempre tutto male e arrangiato
e vieni a dirmi
in questi giorni
di dover fare come dici tu
e non altrimenti
anche se non hai capito un cazzo

Ma se sei stupido come un morto

come al solito,
non impari mai.

[Stupido come un morto: non accorgersi di niente e come il Mastorna di Fellini e Silenzio in Emilia o Cani dell'Inferno di Benati, non essere in grado di categorizzare la realtà: essere incapaci di elaborare una mappa mentale dello spazio, incapaci di relazionarsi con altri, incapaci di apprendere o elaborare conoscenze utili che non si rivelino puntualmente false. A malapena rimane il controllo sulle emozioni e sul linguaggio che è comunque sgrammaticato e pare modellato sul parlato attraverso infrazioni all'ordine logico dei sintagmi, ad esempio attraverso l'anacoluto, il cambio improvviso di soggetto, la sua sospensione un momento dopo esser stato citato.
Ma è condizione anche della Vita, non solo della Morte.
I vivi sono più stupidi perché ancora dotati di dispositivi per produrre e credere alle illusioni, i morti dunque dovrebbero sapere più cose o meglio. Ma è così?
Le cose acquistano più senso quando vengono a mancare - dice ottocentescamente una scimmia di facebook. Direi invece che era proprio l'Essere ad avere un senso quando noi non c'eravamo. Le cose ci riempiono e sarebbe meglio liberarcene il più possibile, mentre è il pensiero della nostra fine che dona alle cose un'importanza trascendentale.
I vivi vivono chiusi nelle loro menti creatrici di (imperfette) mappe cognitive, che ognuno scambia per la Realtà così com'è. Presumono di avere il controllo e di essere al centro dei fenomeni, di conoscerli enciclopedicamente; non si accorgono di vedere sentire accorgersi soltanto di quello che la loro mente proietta alla coscienza. Questo è come "ognuno vive come dentro la sala di un cinema mentre si proietta un film di cui è l'unico spettatore". (Ci si può chiedere perché non ci alziamo mai per andare in bagno; meglio non farlo: evitate di accorgervi dei vostri metafisici pantaloni cacati). Poi, come all'uscita di ogni cinema si sentono i commenti idioti tipo "Quant'è vero questo film!" come quelli che leggono Coelho o i sentenziatori e gridano "Quant'è vera questa cosa che c'è scritta!".
I vivi hanno torto per forza e si vantano di vivere nella coscienza del Vero, cioè senza illusioni o magie.
I morti più umilmente si approcciano al mondo. O almeno così appare, perché se dovessero continuare a comportarsi come da vivi anche dopo essere morti farebbero davvero la figura dei coglioni, sempre a sbagliare previsioni, con le loro conoscenze limitate e per forza errate.
La morte sbeffeggia tutti ugualmente, ci priva di ogni orgoglio legato al presunto possesso di abilità che tuttavia ci servono per rimanere in vita.
Secondo me, se esiste, non lo so davvero, in Paradiso non entra più nessuno almeno dal 1630. Per il semplice motivo che tutti i successivi morti, o almeno la stragrande maggioranza sono dei vanagloriosi coglioni con pantaloni cacati.
I fantasmi a partire dall'epoca moderna fanno paura. Non perché siano entità super-intelligenti e dotate di saggezza, ma perché continuano a comportarsi come da vivi, sconvenientemente alla loro attuale situazione, cioè commettendo una marea di errori e dicendo soltanto idiozie, proprio da gran coglioni.]

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